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Alvin Martin: la tripletta da record nella partita più folle di First Division

7 ' di lettura21 aprile 1986, recupero della giornata numero 32 di First Division. I battenti del Boylen Ground sono ben spalancati per accogliere i quasi 25 mila tifosi che aspettano di godersi una partita che si preannuncia pirotecnica. C’è molta eccitazione tra i fan degli Hammers, visto che la squadra ha vinto sei delle ultime otto partite segnando molti gol. “The Boys of ’86”, guidati dal capitano Alvin Martin, andranno vicini più che mai nella storia del West Ham alla conquista del titolo, a soli 4 punti dal Liverpool campione e 2 dall’Everton secondo. Proprio nell’anno in cui Frank Lampard senior aveva lasciato la maglia claret and blue, dopo 660 presenze.

Ospite a Upton Park è il Newcastle United. Le Magpies stanno vivendo un campionato tranquillo, veleggiano a metà classifica senza pretesa alcuna. Arrivare a giocarsi le coppe europee, oltre a essere un miraggio visto il distacco dall’ultimo posto buono per qualificarsi, ha meno appeal del solito. Meno di dodici mesi prima infatti 39 tifosi erano morti allo Stade du Heysel prima della finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool, e le squadre inglesi erano state squalificate da qualsiasi competizione internazionale. Il Newcastle così si trova senza reali obiettivi, i giocatori sono rilassati e soprattutto tanti sono infortunati o stanno accusando la stanchezza della lunga stagione. Risultato: nelle ultime sette gare con le Magpies in campo si sono viste ben 30 reti.

Le Magpies dal becco spuntato

Che la partita sia particolare si capisce fin dalla distinta di gioco. In porta per il Newcastle torna il titolare Martin Thomas, decente guantone gallese che aveva però ha alle spalle due mesi di inferno. Durante un allenamento agli inizi di marzo si infortuna alla spalla, salta sette partite e appena rientra ci prende un altro colpo che lo fa di nuovo star fuori dal campo. In quella sera di aprile non sarebbe mica pronto per tornare a giocare.

Il problema è che non sono neanche andati a Londra gli altri due estremi difensori in rosa. Gary Kelly, il secondo in grado, fino a due giorni prima girava con un vistoso gesso alla gamba destra per un problema serio al ginocchio. Il terzo portiere è David McKellar, scozzese di Irvine preso in prestito dall’Hibernian proprio vista l’emergenza tra i pali. Non giocava in prima squadra da nove mesi prima di scendere in campo contro il Chelsea, nel turno precedente. Era bastata una partita per infortunarsi all’inguine ed essere indisponibile per la nuova trasferta londinese.

Anche gli altri reparti sono pieni di ragazzi malconci e con problemi fisici, tanto che coach Willie McFaul deve obbligatoriamente mandare in campo Glenn Roeder, che si era appena ripreso da un brutto caso di intossicazione, e il giovane Chris Hedworth, difensore con solo cinque altre presenze da professionista fino a quel momento ma mandato allo sbaraglio a centrocampo. Se negli ultimi tempi le Magpies hanno concesso molte reti, questa partita potrebbe vedere siglato qualche nuovo record.

Alvin Martin è il capitano di quel West Ham

Dominio Hammers nel primo tempo

Il West Ham inizia il match all’arrembaggio. Gli avversari sono subito imbambolati dal ritmo offensivo fluido e veloce, soprattutto sulle ali dove gli Hammers martellano senza sosta. Alan Devonshire sembra particolarmente ispirato, e dopo quattro minuti batte una punizione sulla sinistra che si dirige sul secondo palo. Sbuca il capitano Alvin Martin che colpisce al volo e insacca alle spalle di Thomas. Il portiere gallese si rotola per terra dolorante, già alla prima parata qualche secondo prima aveva sentito tutta la spalla maledirlo per essere tornato in campo, ma provando a lanciarsi sul tiro non impossibile di Martin capisce che sarà davvero un calvario.

Il numero 1 del Newcastle aveva perfettamente ragione. All’undicesimo arriva il raddoppio di Ray Stewart, con un cross male indirizzato dalla destra che Thomas non riesce a tenere tra le mani. Poi segna Neil Orr, con un tiro dai 25 metri ancora toccato dallo sfortunato portiere, che ormai distrutto dal dolore ormai insopportabile alla spalla non riesce a smanacciare via. La beffa completa, in un primo tempo da incubo, arriva al 43′: un pallone colpito di testa in area finisce alle spalle di Roeder, che prova a mandarlo in angolo con un tacco poco elegante, ma riuscirà solo a segnare un gran bell’autogol.

Rientrato sconsolato negli spogliatoi, con la partita ormai compromessa, Martin Thomas getta la spugna. Non ce la fa a tornare in campo nella ripresa, il dolore è troppo forte. Così McFaul non ha un portiere da schierare e deve giocarsi la sua unica sostituzione nell’intervallo. Al posto di Thomas entra Ian Stewart, mentre in porta va proprio il giovane Hedworth. Ci sarebbe anche l’attaccante Peter Beardsley, che in allenamento si diverte ogni tanto a parare, ma il coach non vuole sentire ragioni. Vuole le tre punte davanti, così sacrifica il ragazzino tra i pali.

Il West Ham continua ad attaccare

La giostra di gol e portieri non si ferma

Nel secondo tempo la musica non cambia. Il West Ham continua ad attaccare, con una qualità di gioco sopraffina nonostante il manto erboso di Boylen Ground sia pesante dalla pioggia. Non è un caso che quella versione degli Hammers raggiunga la migliore posizione in classifica nella storia del club. Non solo i terzini, ma anche Alvin Martin e gli altri centrali difensivi salgono volentieri a sostegno della manovra, e perché no a tentare qualche tiro dalla distanza.

Il Newcastle non potrebbe farci molto in undici, figurarsi in ipotetici dieci uomini. La dea bendata quel giorno ha deciso proprio di sputare in faccia alle Magpies, perché poco dopo l’inizio del secondo tempo il difensore John Anderson sente tendersi in maniera innaturale il tendine d’Achille sinistro. Così si sposta dal centro del campo al limitare della fascia destra, e lì rimarrà per il resto del match non riuscendo a far altro che camminare e fare da sponda per i compagni.

Gli Hammers in queste condizioni non possono far altro che attaccare con costanza, ma incredibilmente falliscono più e più occasioni. Le due prolifiche punte Tony Cottee e Frank McAvennie sbagliano spesso davanti al giovane Hedworth. Proprio un tiro di Cottee, deviato in angolo dall’improvvisato portiere, procura al ragazzo un’incredibile frattura alla clavicola. Prova a rimanere tra i pali, ma quando al 64′ il West Ham segna il quinto gol deve anche lui mollare i guantoni. McFaul lo spedisce sulla fascia sinistra di centrocampo: Hedworth-Anderson sarà probabilmente la coppia di ali più immobile della storia del calcio.

La rete numero cinque è segnata ancora dal capitano, Alvin Martin. “Stretch”, come è soprannominato dai compagni, è un centrale non proprio col vizio del gol, visto che nella sua carriera lunga 598 partite in maglia Hammers segnerà solo 34 gol. In questa incredibile partita ne ha già insaccati due a due portieri diversi. Stanno iniziando delinearsi i contorni di un record.

Alvin Martin segna il rigore della sua tripletta

Alvin Martin fa la storia

Hedworth lascia il posto finalmente a Beardsley, probabilmente il più in forma dei tre che si alternano tra i pali del Newcastle. Le Magpies così si trovano a giocare in 7 effettivi, contando i due infortunati che camminano sulle fasce, più un portiere che in realtà sarebbe un attaccante. In queste condizioni, che dire assurde è un eufemismo, trovano però anche il gol della bandiera firmato da Billy Whitehurst al 77′.

Mancano 13 minuti al fischio finale. Si potrebbe immaginare un epilogo tranquillo della partita, invece il West Ham ricomincia ad attaccare senza sosta, ma mettendoci stavolta anche precisione nelle proprie conclusioni. Paul Goddard trova il sesto gol, due minuti dopo si sblocca McAvennie, che su cross di Cottee colpisce di testa in mezzo agli immobili avanzi della difesa del Newcastle. Sull’ennesima ripresa da metà campo della partita, i bianconeri provano a portare palla dietro ma sbagliano un appoggio dopo pochi secondi. Gli Hammers salgono subito ad attaccare e crossano al centro, ma Cottee non riesce ad arrivare sul pallone. Roeder lo anticipa con la mano, l’arbitro non ha dubbi e fischia subito rigore.

Sul dischetto dovrebbe andare Ray Stewart, grandissimo specialista dagli undici metri, ma arriva di gran carriera il capitano. Alvin Martin sa benissimo che non gli ricapiterà mai la chance di poter segnare una tripletta. Forse ha realizzato, probabilmente non del tutto, che sarebbe un trittico ancora più assurdo, perché segnato contro tre portieri diversi. Dalla panchina il coach degli Hammers John Lyall si sbraccia arrabbiato, vorrebbe che il tiro lo prendesse Stewart, ma questi alla fine cede a Martin il tentativo. Il centrale del West Ham non ha mai tirato un rigore in partita in tutta la sua carriera.

Palla sul dischetto, mani sulla vita, Alvin Martin si prende quattro passi di distanza dalla sfera e guarda il povero Beardsley in porta. L’attaccante del Newcastle non ha il fisico imponente di un portiere, né le movenze ipnotiche del para-rigori, così non riesce a spaventare molto il capitano del West Ham. Martin mira in maniera evidente l’angolino basso a sinistra, Beardsley lo guarda in volto ma non si fida. Con la rincorsa legnosa tipica del difensore che non batte mai i rigori, Martin colpisce di piattone destro proprio all’angolino basso a sinistra, il suo avversario si butta dall’altra parte. Segna il suo terzo gol, mentre il pallottoliere dice West Ham 8 – Newcastle 1.

Peter Beardsley

Una fine per qualcuno poco lieta

Sarebbe il minuto 85 di una partita fuori da qualsiasi schema di ordinarietà, che si potrebbe concludere già in quel momento. C’è però ancora un uomo in missione che veste il claret and blue. Tony Cotteee sente il dovere di aggiungersi ai marcatori di questa goleada. Così il West Ham, spinto dal suo numero 10, continua ad attaccare e bombardare di tiri la porta di Beardsley. Ma prima un paio di interventi di buona fattura, poi un clamoroso incrocio dei pali colpito di testa sugli sviluppi di un corner gli negano la gioia della rete.

Per quanto dovrebbe essere impossibile trovare qualcuno scontento nello spogliatoio degli Hammers, a fine partita il buon Cottee se ne starà pensieroso sulla panca, incredulo di non esser riuscito a segnare. Sugli spalti i tifosi del West Ham continuano a intonare spassionatamente “England’s Number 1” all’indirizzo di Beardsley, mentre John Lyall appena esce dal campo dà una lavata di capo al suo capitano che ha rubato il rigore al tiratore designato.

Ma poco conta: Alvin Martin è entrato di diritto nella storia del calcio. Ha segnato una tripletta a tre portieri diversi nella stessa partita. Un record non solo nemmeno sfiorato fino a oggi, ma che difficilmente qualcuno potrà mai pensare di battere. Il finale di questa storia va dedicato però a un altro personaggio. Uscendo da Boylen Ground infatti, ore dopo il fischio finale di una delle partite più pazze della storia della Football League, Martin non è da solo.

Ospiterà in casa proprio Peter Beardsley, che spera nella chiamata di Bobby Robson per la prossima amichevole della Nazionale inglese, in programma un paio di giorni dopo. Saranno entrambi chiamati dal coach nella rosa dei Tre Leoni per i Mondiali messicani, dove l’attaccante del Newcastle finirà ancora una volta dalla parte sbagliata della storia: sarà uno dei cinque uomini dribblati da Diego Armando Maradona nell’azione più famosa della storia del calcio. Un vizietto tremendo, quello di Beardsley, di partecipare a clamorosi momenti di football con indosso la casacca degli altri.

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