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La parata di Toldo su Kanu, una mano su Wembley

2 ' di letturaAlla vigilia del 27 ottobre 1999, spira una cattiva aria sulla Fiorentina di Vittorio Cecchi Gori. Dopo una campagna acquisti faraonica per portare lo scudetto in riva all’Arno, i risultati stentano e la squadra Viola fa fatica, specialmente in trasferta. Pochi giorni prima della fondamentale partita con l’Arsenal, il tecnico Giovanni Trapattoni dà le dimissioni, che tuttavia vengono rispedite al mittente. La partita di Wembley risulta essere così uno spartiacque per capire che cosa si vuole essere. La squadra è matura e pronta per le imprese. Il Trap, ritornato in sella, promette: “Vedrete la vera Fiorentina”.

Il vento soffia forte anche sopra la casa dell’Arsenal, uno stadio mitico e affascinante, il teatro di tante avventure sportive. Gli uomini di Wenger fanno paura, spaventerebbero chiunque. Quando ti trovi di fronte a mostri sacri come Bergkamp, Overmars e Vieira sai che devi fare la partita della vita per uscire indenne, specialmente se poi la posta in palio vale una stagione intera. Sulle spalle robuste e sulle grandi mani di Francesco Toldo, 1,96 di statura, si aggrappa la speranza della Fiorentina di fermare le bocche di fuoco dei Gunners.

La partita che imposta Giovanni Trapattoni segue il classico canovaccio del calcio italiano, chiusure furiose e ripartenze, con Batistuta lasciato da solo a fare la guerra con tutti. Stavolta però in trincea si notano anche altri gladiatori, a partire dai vari Firicano e Pierini, due onesti difensori che si dannano l’anima per difendere la porta protetta dal gigante Toldo. Nel primo tempo l’Arsenal spaventa i toscani con Kanu e Overmars e nella ripresa tutto fa presagire un assalto degli inglesi pronti a far di un sol boccone la Fiorentina. Però, succede l’imprevedibile, Batistuta con un gol leggendario, gela tutto Wembley al 74′. Da questo momento in poi, il protagonista cambia e diventa il numero 1 dei Viola, Francesco Toldo.

Dopo il gol del vantaggio gigliato, l’Arsenal si riversa in avanti alla caccia del pareggio. Occasioni su occasioni, pericoli su pericoli sventati, con fortuna e abilità. Al minuto 85 arriva però l’occasione più clamorosa, quella che ha permesso a Toldo di entrare nella storia della Champions League con una delle parate più miracolose viste su un prato verde. Kanu, riceve un rocambolesco pallone rimbalzato prima sul palo e poi sul piede dentro all’area piccola. Il nigeriano lo scaraventa a botta sicura nella porta, ma non ha fatto i conti con Toldo che da terra usa la mano di richiamo per scacciare via la palla, come se avesse avuto un bacchetta magica al posto dell’arto destro. La disperazione seguente di Kanu ha fatto storia, la telecamera inquadra il volto incredulo dell’attaccante, con l’occhio vitreo, ancora inconsapevole di aver assistito a un vero e proprio miracolo da parte del portierone Viola.

Nel tempio del calcio c’è gloria anche per Toldo, artefice al pari di Batigol di una delle più grosse imprese italiane su un campo internazionale e contro un’avversaria mitica come l’Arsenal. Quella serata sarà fondamentale, perché la Fiorentina farà il balzo decisivo per passare il turno al girone successivo, mentre i Gunners verranno eliminati. Le mani di Toldo su Wembley, una parata da antologia.

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