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giovedì 18 Aprile 2024
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Ringhio in the Tennent’s land! – La stagione di Gattuso ai Rangers

Quando lasciò Perugia per andare a sognare a Glasgow...!

5 ' di lettura“Scegliete un lavoro. Scegliete una carriera. Scegliete la famiglia. Scegliete un maxi televisore del ca**o. Scegliete lavatrice, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici… Scegliete un mutuo ad interesse fisso; scegliete una prima casa. Scegliete gli amici. Scegliete una moda casual e le valigie in tinta. Scegliete un salotto di tre pezzi a rate ricopritelo con una stoffa del ca**o… Scegliete un futuro. Scegliete la vita.”

(“Trainspotting” – Irvine Welsh)

Mark e Spud corrono all’impazzata sulla Princess Street di Edimburgo. È l’estate del 1997 e Gennaro Gattuso, classe 1978, cammina invece spaesato sulla Argyle Street di Glasgow. Si guarda attorno: e chi li ha mai visti tutti quei negozi così colorati?!? E i famosi pub di cui tutti parlano… entra in uno, ordina una birra e gli servono una pint: tranquillo, qui è la normalità; la gente ne tracanna mezzo litro a giro. Solo un consiglio: prossima volta non ordinare la “Vitamina T”: fa 9° e a digiuno non è il massimo… e poi, quassù, non è cool: non sembra, ma hanno palati più raffinati dei nostri. Nel frattempo il grigio si addensa: inizia a piovere, non ha un ombrello e fa pure freddo. “Ma dove min*hia sono finito? È estate e sembra inverno!” Tutto normale Rino: benvenuto in Scozia, la terra colonizzata dalle mezze seghe inglesi (come li definisce Welsh), dove non sono arrivati nemmeno i romani.Continua il giro, si specchia nelle vetrine: sarebbe figo regalare al papà uno di questi maglioncini tipici: ma quando se lo mette? In Calabria fanno 20° pure a dicembre. Già: il padre… “Se non vuoi andare a Glasgow, ti ci mando io a calci in culo! Ti rendi conto che cinquecento milioni io non li guadagno manco se lavoro una vita intera?” È così che è finito quassù: scappato in piena notte da Perugia, perché Gaucci non lo voleva vendere… Firma un contratto quadriennale per 2 miliardi di lire per 4 stagioni: ma soprattutto, Rino, quell’aereo, non lo poteva proprio perdere…! Marco Negri (arrivato anche lui dai grifoni umbri) è il predestinato, lui è la scommessa. Insieme a loro ci sono Lorenzo Amoruso e Sergio Porrini e c’è anche Luigi Riccio, di cui nessuno parla mai, ma che sarà una presenza importante nella vita dell’ex-perugino: un’amicizia e una collaborazione che dura tuttora.

“…It’s the blue, blue, blue sea of Ibrox. It’s the greatest sight that I have ever seen. It’s the blue, blue, blue sea of Ibrox and it’s part of every Rangers player’s dream…”

Dalle spiagge di Corigliano Calabro ai cori degli spalti del “Blue sea of Ibrox”: giocare con mostri sacri come Ally McCoist e Paul Gascoigne, di fronte a 50.000 persone che parlano una lingua diversa dalla tua, con una cultura diversa, lontano migliaia di km da casa tua e pure di una religione diversa dalla tua… farebbe impallidire chiunque! Roba da cuori forti, da Braveheart: e i nostri italiani non sfigurano. Nemmeno Gattuso: se lo ricordano ancora il gol contro lo Strasburgo, del 30/09/’97, quando riceve palla alla trequarti e se la porta di corsa fino davanti al portiere avversario, per poi insaccarla con tutta la voglia possibile. “Il mio Pallone d’oro è rubare più palloni possibile” è la sua filosofia: ce ne siamo accorti! La Scozia rimarrà un cardine nella sua carriera: è lì che impara a gestire e dosare la forza che ha nelle gambe e in corpo. Un campionato adatto alle sue caratteristiche.La religione diversa, dicevamo. “Come va Rino? Che dice oggi Babbo Natale? Ma se la cambia, ogni tanto, quella palandrana bianca o porta sempre la stessa?” Loro sono protestanti e lui è cattolico: e le prese in giro al Papa sono puntuali come il tè delle cinque. Così, ogni tanto, si incazza… e, ops: accidenti, per sbaglio colpisce con una pallonata il quadro della Regina negli spogliatoi! “Sorry boys: m’è scappato!”. Regolarmente: come la pinta delle sei. Giovane: si. Buono: pure. Scemo: no. Ma ci mette un po’ a capire la rivalità tra protestanti e cattolici. La realizza in tutta la sua potenza durante l’Old Firm, il derby cittadino: l’aria è tesa, l’adrenalina scorre a fiumi, il clima è quello di una battaglia e sugli spalti è un mare blu di union jack degli home contro i tricolori irlandesi degli away del Celtic. Unionisti contro Green Brigades. “Voi siete fuori!” deve aver pensato…Nello spogliatoio lega parecchio con Gazza: che un giorno gli fa i bisogni nei calzettoni e quello dopo gli compra i vestiti eleganti che la dirigenza pretendeva indossassero per recarsi agli allenamenti. Paul è tanto un pazzo scatenato, quanto un mago con la palla e anche un buono. E’ lui che lo aiuta ad inserirsi: anche se di italiano spiccicava solo qualche parolaccia e i saluti. A Roma, sponda biancoceleste, ha lasciato il segno e si è preso il cuore dei tifosi dell’Olimpico laziale. Ci pensa lui ad aiutare il 19enne calabrese ad ambientarsi. Se lo porta pure al pub, qualche volta: ed è così che Ringhio prende confidenza con quel mondo lontano che era la terra dei cardi… o la Tennent’s land, se così vogliamo anche chiamarla: al punto che mezzo litro di quella birra diventerà il modo perfetto per festeggiare una vittoria. Cheers lads!

La prima sbronza non te la dimentichi: ma non è l’unica cosa a rimanergli impressa. In città c’è anche un ristorante italiano: e come resistere alla saudade della pizza, dello spaghetto allo scoglio e della carbonara? E tra i tavoli conosce la figlia dei proprietari, immigrati dal bel paese: ed è amore a prima vista. Non ci capisce più nulla… torna a casa ubriaco e non per le lager o il whisky… e torna lì: altre volte e non per la bufala nella caprese. Fino a che Monica non da una chance al morettino che gioca a pallone: e non lo lascia più.

Dal caldo mare azzurro di Schiavonea al freddo blue sea di Ibrox. Arrivato col capello lungo che tanto andava di moda in Italia, la pelle abbronzata, l’accento marcato del sud che storpia la pronuncia delle parole inglesi e suscita sorrisi, scanzonato, un po’ intimorito: ma pieno di grinta da sfogare in campo, con in mente l’obiettivo ben chiaro di imparare il più possibile da quella squadra e dal suo grande allenatore Walter Smith (mentore e punto di riferimento per lui). E la voglia di riuscire: tanta, anche a costo di abbattere ogni avversario che si fosse trovato davanti. È così che conquista gli scozzesi. Scende in campo 34 volte e fra 3 gol uno più bello dell’altro. Ha carisma e forza, il ragazzo; ma soprattutto è tenace. Se ne va dopo una stagione solo perché, nel 1998, in panchina si siede Advocaat che si impunta di retrocederlo terzino: e lui non ci sta, non se la sente. Gli dispiace tantissimo: ma deve scappare un’altra volta. Verso un’altra scommessa, un’altra meta. Sceglie di nuovo: un lavoro, una vita e stavolta anche una famiglia… Good luck Ringhio: always choose life!

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Ilaria Ciangola
Di Trento. O.S.S. in Pronto Soccorso. Tifosa e appassionata di calcio (italiano e internazionale), viaggi, Oasis e tutto ciò che è oltremanica.

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