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Quando la prima città del calcio si squarcia in due: Owls vs Blades, lo Steel City Derby

6 ' di letturaSe qualcuno che non segue il football dovesse arrivare con una domanda molto semplice, “qual è la città più importante d’Inghilterra, in ottica calcistica?”, non si sbaglierebbe nel rispondere Londra. Sicuramente è la più ricca, sia per numero di squadre presenti che propriamente per i fiumi di denaro che circolano tra gli stadi in riva al Tamigi. Certamente, qualcuno potrebbe prendersela. Ad aprire il libro dei record, buona parte delle righe presenti non sono occupate da squadre della capitale. Soprattutto Manchester e Liverpool potrebbero giustamente recriminare qualcosa.

Ma a contendere il ruolo di “Football City” del regno c’è un’altra pretendente. Quella da dove molto, se non tutto, ebbe inizio. Non siamo molto lontani dai due grandi centri abitati menzionati poc’anzi, anzi se niente c’è il vicinato è fin troppo ingombrante al giorno d’oggi. Ma agli albori del football, quando gli effetti della Rivoluzione industriale la rendevano uno dei centri produttivi portanti dell’Impero britannico, Sheffield era sicuramente la città del calcio.

Gli albori del calcio

La “Steel City” non dev’essere uno spettacolo per gli occhi nel 1857. Le alte ciminiere sono tante e sempre in funzione, veloci a coprire di un sottile strato di scura fuliggine i tetti delle case in mattoncini rossi. Non sembra esserci soluzione di continuità nella crescita della popolazione: più acciaio viene prodotto, più fabbriche vengono aperte, più lavoro è disponibile, più povera gente arriva in città e si propone come forza lavoro, e così il cerchio sembra non potersi interrompere mai.

Sheffield significa fabbriche, lavoro e poco altro. Tutta la città ha bisogno di una valvola di sfogo. E proprio qui entrano in “gioco”, pun intended, gli sport di squadra. L’epoca d’oro in cui si formano le varianti moderne di molti di questi inizia proprio ora. Al tempo i due giochi più diffusi sono il rugby e il cricket. Ma soprattutto il secondo non può esser giocato d’inverno. C’è bisogno di un’altra attività per tenersi in forma.

Il 24 ottobre due personaggi del luogo, Nathaniel Cresswick e William Prest, entrambi giocatori dello Sheffield Cricket Club, si trovano a firmare l’atto costitutivo di un’altra squadra. Non più di cricket però, bensì di quel nuovo sport di cui si inizia a parlare per tutta l’isola, giocato con un pallone colpito con i piedi. Nasce così lo Sheffield Football Club, la prima squadra di calcio della storia, seguito poco dopo dalle Sheffield Rules, uno dei primi set di regole precise per il gioco.

Dieci anni dopo, da una costola dell’omonimo club di cricket, in una sala dell’ormai scomparso Adelphi Hotel nasce lo Sheffield Wednesday. Mercoledì, come il giorno di riposo degli oltre 60 lavoratori e firmatari dell’atto costituente. Se lo Sheffield FC e il suo primo rivale, l’Hallam FC, rimarranno amatori, il Wednesday abbandonerà le Sheffield Rules per legarsi alla FA. Diventerà uno dei più vecchi club professionistici del mondo, sicuramente il più conosciuto.

La nascita del derby

Sempre nella stessa maniera, proprio in una sala dell’Adelphi Hotel come parte di un club di cricket, nel 1889 nasce la seconda (solo per età anagrafica) entità calcistica della città, lo Sheffield United. Se il Wednesday si forma per motivi sportivi, lo United invece ha origini meramente economiche: la proprietà di Bramall Lane, lo stadio centrale e più importante della zona, ha appena perso le future “Owls” che non vogliono più pagare una grossa quota sui ticket venduti, e ha bisogno di una nuova squadra.

Dopo un po’ di tempo passato a poche centinaia di metri dal vecchio stadio, il Wednesday è costretto di nuovo a traslocare per i lavori di ampliamento della ferrovia. Finalmente trova casa permanentemente in un quartiere a nord. Negli ampi spazi di Owlerton c’è un lotto perfetto per costruire uno stadio nuovo vicino a Hillsborough Park. Dopo aver trasportato la vecchia tribuna da Olive Grove e averne costruita un’altra, l’Hillsborough Stadium è pronto ad aprire le attività. Il 3 ottobre 1899 arriva per la prima volta nel nuovo impianto lo United. Si sono già affrontate 11 volte, solo in una i padroni di casa ne sono usciti vincitori, ma questa finisce 1-1.

Ormai ci sono tutti gli ingredienti per quello che diventerà uno dei derby più antichi e sentiti d’Inghilterra. Gli stadi son rimasti quelli, anche se ovviamente ammodernati soprattutto dopo quel disastro di cui nessuno può dimenticare un singolo fotogramma. I nomi delle squadre pure sono i soliti, anche se le proprietà non sono più di uomini locali: il Wednesday è in mano a un tailandese, lo United a un principe saudita. Magari la divisione non è più la stessa, visto che l’ultimo giocato in Premier risale al 1994. Anche la città non è più quella di prima, dopo aver dolorosamente subito il lento decadimento dell’industria dell’acciaio. Quel che di sicuro non cambia è la passione e la rivalità tra le genti dello Steel City Derby.

Owls o Blades, nessuna via d’uscita

Sheffield Wednesday contro Sheffield United; Owls, perché di base nel quartiere di Owlerton, contro Blades, a simboleggiare l’acciaio a cui tanto deve la città. 48 vittorie contro 49, con 47 pareggi nel mezzo. I quasi 130 di storia di questo derby insegnano una sola cosa all’occhio esterno: di differenze, tra queste due entità che vogliono apparire così distanti, ce ne son veramente poche.

Guai a dirlo in città, per carità. Eppure non si vedono motivi evidenti di scontro tra i due gruppi di tifosi. Non ci sono differenze di classe tra di loro, anzi i gruppi sono sostanzialmente eterogenei. Nessuna delle due squadre ha seguito in particolari etnie, e neanche si riesce a trovare qualche screzio nascosto nelle pieghe della Storia. Proprio non si riesce a definire un qualcosa che possa chiaramente delineare dove finiscano le Owls e inizino le Blades. Solo la fede sportiva. Ed è proprio questa la magia.

Quella di prendere una scelta e non tornare più indietro. Magari perché gli amici son tutti blu Wednesday. Magari perché la famiglia ha radici rosse United. Oppure un giorno si viene trascinati dentro Bramall Lane e non se ne riesce a uscir fuori. Quando si sceglie da quale parte della trincea scavare, tutti quelli oltre il filo spinato sono rivali da battere a ogni costo. Anche se sangue del tuo sangue. Anche se fino al giorno prima non c’era serata al pub senza ‘mbriacata collettiva. Per quelli che sembrano essere motivi inesistenti, e invece c’è tutta la ragione del mondo. Quella di aver preso una posizione e non mollarla più: noi siamo migliori di voi, anche se ci assomigliamo tanto.

Once a derby, always a derby

Basta tornare poco indietro nel tempo per trovare eventi gloriosi nel passato del derby. Il Boxing Day Massacre del 1979 vede più di 49.000 spettatori a Hillsborough. Per una partita di Third Division. Il “massacro” è a opera del Wednesday, guidato da Jack Charlton, che strapazza lo United in testa alla classifica. Per la clamorosa semifinale-derby di FA Cup del 1993, lo show s’è dovuto spostare a Londra perché i 75.000 che assisteranno alla partita non avrebbero trovato posto in nessun impianto della Steel City.

L’atmosfera delle grandi sfide passate aleggia consistente a Bramall Lane e a Hillsborough durante i derby. Terrazze formate da diverse intere generazioni di abitanti di Sheffield passano ben più di due ore a lanciare qualsiasi tipo di grido tribale agli avversari di sempre. Non ci sarebbe derby senza l’insulto e lo sfottò costante, perfido e mirato. Anche oggi, anche se Wednesday e United non sono più quelli di una volta. Hanno provato a tacciarlo di qualsiasi peccato, dal sessismo al razzismo, all’incivile. Figurarsi se qualcuno da quelle parti se n’è fregato anche solo un minimo.

C’è chi addirittura dubita che Sheffield possa più ospitare un derby pieno di questa carica emotiva. Lo United è tornato in Premier League, al momento ultimissimo con un solo punto in 11 partite. Il Wednesday è in Championship ma ha 6 punti di penalizzazione ed è anche lui ultimo. Le due squadre non vincono un titolo di prima divisione dal 1930. L’ultima stagione a vederle l’una contro l’altra nella massima serie è appunto il 1993-94, un’epoca tutta diversa.

Nonostante tutto, ad avventurarsi per le strade della città ormai non più scure di fuliggine e polvere d’acciaio, il football è uno dei pochi argomenti che ancora scalda il cuore. Sheffield vive di calcio, i suoi abitanti fedelissimi seguaci delle due chiese pagane cittadine. Non importa in che divisione sono. Non importa se arrivano i ricconi stranieri, se si gioca per i trofei o in preparazione estiva. Wednesday e United sono lì, totem dalla storia antica che sembra non potersi ripetere, e che si trovino in un round di coppa, o a battagliare per l’onore perduto, quando si incroceranno ancora le loro strade sarà di nuovo tempo di Steel City Derby.

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