Poborsky diventa il protagonista dei quarti di finale, con un pallonetto da manuale che manda a casa il Portogallo e permette alla Repubblica Ceca di andare in semifinale. Il centrocampista gioca l’intera partita con la Francia, andando anche a segno nei tiri di rigore che premiano i cechi, a sorpresa in finale con la Germania. I tedeschi hanno la meglio nei tempi supplementari, ma la straordinaria cavalcata della Repubblica Ceca rimane. Poborsky alla fine del torneo viene inserito nell’undici ideale. Il Manchester United lo nota e lo preleva dallo Slavia Praga nel luglio ’96. Nella prima stagione il centrocampista gioca ventidue partite tra campionato e coppa, realizzando anche quattro reti.
Lo United vince la Premier, la concorrenza è tanta, ma Poborksy viene riconfermato per un’altra stagione. L’annata 1997-1998 però è una delusione, il miglior giocatore ceco dell’anno precedente è chiaramente fuori dal progetto. Dopo quindici presenze e due reti, nel gennaio del 1998 viene ceduto al Benfica, squadra con cui rimarrà fino al 2000 prima di passare anche alla Lazio. Termina così dopo solo 34 presenze la storia con il Manchester United di Poborsky, secondo calciatore più presente nella storia della nazionale ceca con 118 presenze, alle spalle soltanto di Petr Cech. L’aria inglese ha acceso i riflettori su di lui in un’estate indimenticabile, spegnendoli forse in anticipo.
