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Paolo Di Canio allenatore: la movimentata avventura allo Swindon Town

Il racconto di una storia segnata da successi e litigi

5 ' di letturaSul Di Canio calciatore in Premier League è stato scritto e detto letteralmente tutto ciò che di rilevante c’era da raccontare. il gol capolavoro segnato al Wimbledonil litigio con Lampard per calciare un rigore, il gesto di fair play contro l’Everton, la spinta all’arbitro Alcock. Insomma, il Bignami sul nativo di Roma lo conosciamo più o meno tutti a sommi capi.

La parte della carriera calcistica di Di Canio sulla quale invece la narrativa sportiva si è poco concentrata è quella relativa ai suoi anni in panchina come allenatore, o meglio manager, per dirla all’inglese. Finora pochi, ma intensi. In questa veste l’ex West Ham opera per meno di tre anni, fra il 2011 e il 2013. Vi vogliamo raccontare la prima di queste esperienze, in una piccola squadra lontana anni luce dallo splendore dei grandi club patinati della Premier League.

Welcome to Swindon, Mr Di Canio

Swindon è una cittadina inglese nello Wiltshire, sud-ovest dell’Inghilterra, che supera di poco i 200 mila abitanti, come dire Padova. Distante due ore scarse di macchina da Londra, si trova più o meno a metà fra Bristol e Reading, che sono collegate da ovest a est dall’autostrada M4. Famosa per essere stata cantiere delle locomotive a vapore nel XIX secolo e per l’importante museo dell’arte. Ma non certo per il calcio. Seppur antichissimo come quasi tutti i club inglesi – è stato fondato nel 1879 – lo Swindon Town ha disputato una sola stagione (a dir poco negativa) nel massimo campionato nazionale, vivendo la maggior parte della propria storia nelle serie minori. Momento di massima gloria – e qua sta tutto il fascino del football inglese – lo ha raggiunto senza dubbio nel 1969, quando si è aggiudicato la Coppa di Lega sconfiggendo in finale l’Arsenal, nonostante disputasse la Third Division, equivalente alla nostra Serie C.

Quando nell’estate del 2011 i dirigenti del piccolo club chiamano Paolo Di Canio alla guida tecnica della squadra, l’italiano ha detto basta col calcio da tre anni, nei dilettanti della Cisco Roma, mentre manca dal Regno Unito dal 2004, quando aveva disputato un’annata al Charlton prima di tornare nella “sua” Lazio. Ma da quelle parti si ricordano bene il personaggio. Un tipo che non conosce la parola compromesso: o sei con lui o sei contro di lui, o lo ami o lo detesti. Il presidente della squadra Jeremy Wray non ha dubbi, è lui l’uomo giusto per risollevarsi dopo essere sprofondati nella League two, il quarto livello del calcio inglese.

Di Canio viene presentato come nuovo allenatore dello Swindon Town

I problemi iniziali e la vittoria del campionato

Si tratterà di un’avventura caratterizzata da alti e bassi. Momenti esaltanti e problemi di varia natura si alternano nel corso della sua permanenza. Le prime grane cominciano prima ancora della nomina ufficiale di Di Canio come nuovo allenatore. La sua fede politica dichiaratamente schierata è cosa nota a tutti, e questa cosa spinge alcuni sponsor alla scelta di rescindere il contratto commerciale che li lega alla società. Fa rumore in particolare la scelta del sindacato Gmb Union, che si fa portatore di valori del tutto opposti, e che si vede in un certo senso costretto a rinunciare alla partneship con lo Swindon Town.

L’inizio di stagione non è esaltante, con solo due vittorie nelle prime sette giornate. Ma l’allenatore italiano riesce a costruire un gruppo forte, e i risultati col tempo arrivano. I Robins infatti rimangono imbattuti da ottobre a dicembre, e si mettono nelle condizioni di poter ambire alla promozione diretta in League One. Promozione che effettivamente arriva con due giornate di anticipo, mentre al penultimo impegno in calendario viene matematicamente vinto il campionato di League Two grazie alla netta vittoria per 5-0 con il Port Vale.

L’Impresa in FA Cup

Momento altrettanto esaltante di quell’annata viene vissuto dalla squadra in FA Cup. Come da tradizione, a partire dal terzo turno di coppa entrano in gioco le Big di Premier League e Championship. Allo Swindon Town tocca il Wigan, che milita nel massimo campionato. La squadra di Di Canio va sotto, come era pronosticabile, ma dimostra gran carattere e trova la forza di ribaltare il risultato. Al vantaggio di Callum McManaman risponde subito Connel, mentre il gol vittoria porta la firma di Benson. Il sogno però si ferma al turno successivo, il quarto. Il brusco risveglio arriva per mano del Leicester, che al King Park Stadium piega i Robins per 2-0. Paradossalmente all’epoca le Foxes disputano la Championship, e Kasper Schmeichel è l’unico in campo quel giorno che poi farà parte del Leicester dei Miracoli guidato da Claudio Ranieri. Curiosità: il futuro capitano Morgan e Drinkwater sono i soli altri due giocatori in Rosa che nel 2016 conquisteranno la vittoria del campionato contro ogni logica e pronostico.

Momenti negativi e momenti positivi

Di Canio e lo Swindon Town, un rapporto fra alti e bassi dicevamo. Il carattere forte del nostro connazionale è abbastanza noto a chiunque segua il calcio. Anche nelle vesti di manager l’ex attaccante mantiene tutta la sua carica agonistica. Forse anche troppa, finendo ben presto nel mirino degli arbitri, che in più occasioni lo sanzionano per i suoi eccessi. Non mancano ovviamente i litigi con i giocatori, perché il suo temperamento fumantino l’allenatore non lo può proprio contenere. Come quando arriva quasi alle mani con un suo nuovo giocatore, Leon Clarke, dopo un match al terzo turno di Curling Cup perso 3-1 col Southampton. La frattura fra i due è insanabile, e l’attaccante viene spedito in prestito al Chesterfield. O come quando contro il Preston sostituisce il portiere Wes Foderingham dopo soli 21 minuti, a seguito di un suo errore che aveva causato il gol degli avversari. Si innesca inevitabilmente una lite accesa fra i due che viene superata solo nei giorni successivi con le scuse dell’estremo difensore, che tra l’altro ritroverà poi il suo posto da titolare.

Di Canio e Clarke faccia a faccia subito prima del duro scontro

Di Canio allo Swindon Town però è anche quello che la notte prima di una partita contro il Shrewsbury invece di dormire prende la pala in mano e aiuta 200 volontari a liberare il campo dalla neve, perché la società è piena di debiti e non può pagare regolari addetti alla mansione. Alla fine del servizio offrirà poi una pizza a tutti, prima di guidare i suoi giocatori a una vittoria per 2-0.

Le dimissioni a denti stretti

I rapporti fra allenatore e club si interrompono nel modo più burrascoso e improvviso. Nel febbraio 2013, dopo 31 giornate, i Robins sono sesti, in piena zona playoff. Di Canio sente però di non avere più l’ultima parola su certe decisioni importanti, e questo per lui è inaccettabile. In particolare, la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso è la cessione da parte della società di alcuni giocatori senza il consenso del manager. Su tutti il centrocampista Matt Ritchie – oggi in Premier al Newcastle – che finisce alla diretta rivale Bornemouth, e dove per la cronaca centrerà la promozione in Champinship. L’allenatore non ci sta, sbatte la porta in faccia alla dirigenza e rassegna le dimissioni immediate e irrevocabili. Sarebbe riuscito a centrare una seconda storica promozione? Non lo sapremo mai. Questo è Di Canio, o sei con lui o sei contro di lui, prendere o lasciare.

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