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Matteo Ferrari: prossima fermata Everton. Storia di un amore sfortunato

3 ' di letturaAgli inizi del nuovo millennio, si mette un mostra un giocatore dal fisico scolpito nell’acciaio, un difensore dal cognome italianissimo e dalla pelle ambrata, scura. Il suo nome è Matteo Ferrari, nato in Algeria da padre italiano e madre guineana, promessa dell’Inter, capitano dell’Under 21. È il simbolo di una nuova generazione di difensori italiani, coloro che hanno il compito di guidare la nuova retroguardia azzurra negli anni avvenire. Qualcosa però non funziona come dovrebbe nel percorso di crescita del ragazzo, dopo una stagione deludente all’Inter passa al Parma, dove guadagna fama e migliora il suo livello di gioco, poi arriva la chiamata della Roma. Non è facile imporsi nella formazione capitolina, dopo un anno complicato, i giallorossi decidono di cedere in prestito il giocatore, Ferrari così accetta la corte di David Moyes e vola verso Liverpool, sponda Everton.

Viaggio di sola andata per Goodison Park

Ferrari arriva in Inghilterra nel settembre del 2005, un anno di prestito con diritto di riscatto a 3,7 milioni di sterline. Una cifra certamente non elevata, perché il potenziale del giocatore è alto, in più l’italiano è abile nel sapersi districare in più ruoli della difesa, infatti può giocare sia come centrale che come terzino sinistro. Moyes lo ha scelto per sostituire una vera colonna dell’Everton, Alessandro Pistone, infortunato per tutta la stagione. L’ex Roma ha grande forza fisica, sulla fascia può fare la differenza, anche se il suo ruolo naturale è quello di centrale difensivo. La stagione dei Toffees parte subito con un altro KO, quello di Per Kroldrup, così Ferrari comincia immediatamente con i galloni del titolare. L’italiano si ambienta facilmente nel nuovo campionato, con prestazioni di qualità e alto livello. A giugno ci sono i Mondiali in Germania, e Ferrari spera di poter convincere Mister Lippi a farlo entrare nel gruppo dei 23 Azzurri. Purtroppo per lui, il sogno rimarrà tale.

L’infortunio e un rientro negato

A gennaio del 2006, durante la vittoria dell’Everton per 1 a 0 ai danni dell’Arsenal, il ginocchio di Ferrari fa crack. L’infortunio è serio e lo tiene lontano dal campo – e dall’Inghilterra – per gran parte della rimanente stagione, rientrando in Italia per sottoporsi a un intervento e alle cure da uno specialista per ricostruire il tendine ceduto. Torna in campo solamente in primavera, nella sfida di Coppa contro il Chelsea, dove Ferrari fuori condizione si fa umiliare dagli avanti dei Blues. Quella che doveva essere una favola in salsa britannica, diventa un incubo. Da quel momento non vedrà più il campo e al termine della stagione l’Everton non esercita il diritto di riscatto. Il difensore azzurro termina la sua esperienza con 8 presenze in Premier e 13 totali con la maglia dell’Everton in tutte le competizioni. Moyes commenta così il mancato riscatto dell’italiano: “Ho altre alternative al momento. Ecco perché ho deciso di non confermalo. Potrebbe essercene uno nuovo in arrivo”, il nuovo arrivo sarebbe stato Joleon Lescott.

Una favola incompiuta

Ferrari ha comunque parlato bene della sua esperienza in Inghilterra, anche a distanza di anni: “Ho giocato molto a calcio ma devo dire che il mio tempo all’Everton è stata un’esperienza molto importante. Ho vissuto il calcio in un paese diverso e in un ottimo club ma, purtroppo, non era tutto quello che volevo a causa dei due gravi infortuni che ho avuto, che mi hanno impedito di godermi appieno l’esperienza. Mi sarebbe piaciuto dare il mio massimo contributo alla causa dell’Everton. Ho trovato un club che era come una famiglia e mi sono sentito ben accolto e accettato dal primo giorno”. Un anno solo, potevano essere di più, ma il destino non ha voluto così. Non tutte le ciambelle riescono col buco, non tutte le caramelle (Toffees) hanno un gusto dolce.

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