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Dal calcio gaelico alla Premier l’umile ascesa di Séamus Coleman, il capitano dei Toffees

L’incredibile storia dell’anima dell’Everton...

5 ' di lettura“Alcuni ragazzi che militano nelle academy pensano solo al calcio, danno le loro carriere future per garantite. Io, non sarò mai così, non vedrete mai comportarmi in quel modo. Sono grato per quello che ho, ho percorso la strada più ardua per arrivare fin qui, e solo grazie al duro lavoro ci sono giunto”.

Come avrete capito dalle mie parole… non avrei mai pensato di diventare un giocatore professionista di calcio a undici, o meglio, per me esisteva solo il calcio gaelico e al massimo immaginavo di affermarmi lì. Vi suona strano “calcio gaelico”? Beh… se non conoscete questo sport ecco… immaginate… immaginate una partita disputata da due squadre composte da quindici giocatori ciascuna ed un campo d’erba rettangolare. Qual è l’obiettivo? Segnare punti attraverso i pali della porta avversaria, essa è simile a quella del calcio tradizionale anche se più piccola e con pali più alti. Ogni gol segnato vale tre punti, se invece la palla passa sopra la traversa conquisti solo un punto. Ma ora torniamo a noi, dov’ero arrivato? Ah ecco… poi, in un giorno, tutto è cambiato, tutto è stato stravolto, ora mi trovo qui, nell’Everton, e ne sono diventato addirittura il capitano, così come della mia nazionale, la Repubblica D’Irlanda (EIRE), sono la dimostrazione che alla lunga l’umiltà paga sempre: mi chiamo Séamus Coleman e la mia storia ha dell’incredibile.

Coleman in Nazionale

Era il 2005, ricordo che avevo appena sedici anni, in una giornata qualunque presi parte ad un’amichevole tra il St. Catherine of Killibegs, squadra del mio paese ed il Sligo Rovers, club che militava nella massima serie irlandese. Tutto potevo immaginare tranne che, quella partita, mi avrebbe cambiato per sempre la vita e che sarebbe stata decisiva per la scalata verso l’agognata Premier League. Al termine della gara vidi i dirigenti dello Sligo avvicinarsi, mi proposero così il primo contratto. Subito sentii il sangue gelarsi nelle mie vene, era solo un semplice divertimento per me quel pallone. “Accidenti, che proposta! Calcio? Perché no?! Proviamo. Sì dai, accetto”. Iniziò tutto così.

Coleman in azione con lo Sligo Rovers
Coleman in azione con lo Sligo Rovers

Disputai delle buone gare con i Rovers, venni così notato da Willie McStay che mi consigliò a David Moyes, allenatore all’epoca dell’Everton. Quando ricevetti questa notizia mi sembrava tutto così impossibile, irreale. “Io all’Everton? Io giocherò in Premier?”. E così fu. I blu di Liverpool mi acquistarono nel 2009 per circa 60.000 sterline. Da un sogno poi, in breve tempo, iniziò un calvario, un brutto infortunio mi colpì. “Che destino infame pensai, ero ad un passo dal sogno, ad un passo da Goodison Park ed invece mi ritrovo su questo letto d’ospedale, la mia carriera è stroncata! Maledizione!”. Però sono sempre stato un guerriero, dovevo farcela, ad ogni costo, e così è stato, ce l’ho fatta, ho recuperato contro tutto e contro tutti. 

22 ottobre 2009. Ricordo che mister Moyes mi aveva convocato quella settimana, partimmo per la trasferta europea contro il Benfica. Pochi minuti prima dell’inizio della gara l’allenatore mi prese da una parte e mi disse “Ragazzo, oggi tocca a te!” Non volevo crederci, l’ora del mio debutto stava arrivando, l’adrenalina scorreva veloce sulla mia schiena. Entro in campo, ricordo che quel prato verde dell’Estadio da Luz aveva un profumo speciale quella sera, perdemmo in malo modo, subimmo addirittura cinque reti, ero dispiaciuto per il risultato della squadra ma era il mio debutto con la maglia dei Toffees e nemmeno una sconfitta così pesante poteva cancellare tutto questo dalla mia mente.

Coleman nei mesi di prestito al Blackpool

A marzo del 2010 venni mandato in prestito fino a giugno al Blackpool, nel contempo però iniziai ad avere la consapevolezza che il mio futuro sarebbe stato all’Everton, sarei tornato nell’impianto di Goodison Road, con quei tifosi avevo un conto lasciato in sospeso… prolungai infatti il mio contratto per altri quattro anni, una bella soddisfazione per quel giovane uomo. Ah dimenticavo… Che notte quella di Wembley quando vincemmo 3-2 contro il Cardiff City! Che bolgia quei 40.000 tifosi! Riuscirono incredibilmente a spedirci dritti dritti verso un sogno, la Premier League. 

Al termine della stagione tornai all’Everton, e lo sapevo, me lo sentivo, questo era il mio club, del presente e del futuro, c’è il blu nei miei occhi. È il 21 settembre, terzo turno della Coppa di Lega, parto titolare nella sfida contro il Brentford. Ricordo che era il 6’ sul maxi schermo del Griffin Park, tirai e… La palla andò in rete… È arrivato così il mio primo gol con la maglia dell’Everton. 

Negli anni il mio amore per questi colori, per questi tifosi è cresciuto in me, c’è qualcosa di speciale, di inspiegabile che mi lega indissolubilmente al club di Goodison Park. Lo scorso anno ricordo che dopo la partenza di Phil Jagielka, il quale ha fatto la storia di questa squadra, hanno deciso di affidarmi la fascia di capitano. A me capite? A quel ragazzino che non avrebbe mai pensato di diventare un professionista di questo sport… Ho dato il sangue per difendere questi colori e lo farò per sempre, ogni settimana per 90’ guido i miei compagni ed ogni volta sento che quando lascio il campo ho combattuto spendendo fino all’ultima stilla di energia che ho in corpo. 

Seamus prende indicazioni da Ancelotti

“Coleman è speciale – ha detto Carlo Ancelotti di me -, è molto legato a questo club che è molto particolare, è molto amato dai tifosi. Lui rappresenta quello che tutti loro vogliono vedere sul campo quindi impegno massimale ed un grande senso di appartenenza. È uno dei migliori capitani mai avuti, è un vero leader. Egli è come se fosse un tifoso dell’Everton e vuole che questo lo sentano anche gli altri giocatori, lui lo avverte dannatamente. È qui da tanti anni ed ha vissuto più dolori che gioie con questa maglia, incarna i valori di un puro combattente”.

Con l’umiltà ed il “regale” rispetto che lo contraddistingue fin dall’infanzia, Seamus non è uno di quei calciatori con la puzza sotto al naso che bada a mettersi in “vetrina”, non viene mai troppo pubblicizzato, se ne sta lì, nel suo angolo, in silenzio, ma in un silenzio di quelli che spesso fanno molto più rumore di tante parole, con quel 23 sulle spalle sta scrivendo la storia con la maglia del club di Liverpool. 

Difficile immaginare il futuro di Coleman lontano da quel tripudio di blu, Coleman-Everton un sodalizio spaventoso. E andatelo a dire ad un tifoso dei Toffees chi sogna di veder alzare al cielo la Coppa della Premier League. La risposta? “Che domande… ovvio, il nostro Coleman, l’anima del club di Goodison Park!”

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