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La turbolenta annata di Royston Drenthe all’Everton tra duttilità e leggerezze

Neanche all'Everton il talento olandese, che fece innamorare il Real Madrid, riuscì a rimanere lontano dalle distrazioni che ne hanno condizionato la carriera

2 ' di letturaHai venti anni, ti sei appena laureato campione d’Europa Under21, sei stato premiato come miglior giocatore del torneo e poche settimane dopo hai firmato un contratto con il Real Madrid.
Logico aspettarsi una carriera esaltante dopo tali premesse…ma non se ti chiami Royston Drenthe.
L’ala mancina olandese rientra, a pieno diritto, nella categoria dei rimpianti calcistici degli anni 2000 grazie ad una serie di scelte, dentro e fuori dal campo, che lo hanno fatto scivolare dal Santiago Bernabeu, dove fu presentato insieme al connazionale Wesley Sneijder, alla serie B olandese.
Nel curriculum di Drenthe c’è anche la Premier League, con una stagione in prestito all’Everton nel 2011/12.
Moyes ottenne dal Real il prestito del nipote di Edgar Davids (e cugino di Georginio Wijnaldum) per dare verve alla fascia sinistra dei Toffees, subito confortato dal gol dell’olandese contro il Wigan nella prima gara casalinga stagionale.
Al debutto da titolare, in casa del Fulham, il mancino di Rotterdam va in gol dopo tre minuti ed offre a Louis Saha l’assist del raddoppio.
Sarebbe fin troppo banale scrivere di un giocare duttile, utilizzabile con profitto da ala, mezzala e pure esterno di centrocampo, apprezzato dai tifosi dei Toffees per la sue giocate imprevedibili e l’abilità nell’uno contro uno.
Royston ama troppo la vita fuori dal campo, per un calciatore giovane e famoso le distrazioni sono tante, ed il rapporto di fiducia con David Moyes va in frantumi.
Il mancino olandese riesce, si presume con la complicità del custode, a farla franca quando si intrufola, in piena notte, nel centro sportivo di Finch Farm per utilizzare l’idromassaggio in compagnia di due ragazze.
Moyes invece chiude i rapporti con Drenthe alla vigilia della semifinale di FA Cup, da giocare a Wembley contro il Liverpool.
Il motivo? L’olandese arriva con mezz’ora di ritardo alla seduta di allenamento che precede la partenza per Londra.
Il manager scozzese va su tutte le furie quando vede arrivare Royston, interrompe la riunione con la squadra e, letteralmente, lo manda a quel paese.
L’ex Feyenoord riprende il borsone, torna a casa, riempie una valigia, ed in macchina tira dritto fino a Rotterdam.
Nessuno rivedrà mai più Royston indossare la maglia dell’Everton e neanche calcare un campo di Premier League; saranno anonime le sue esperienze in Championship con Reading e Sheffield Wednesday, prima di alcune zingarate in Russia, Turchia ed Emirati Arabi Uniti (dove viene truffato e non percepisce neanche un dollaro di stipendio) fino agli ultimi scampoli di calcio giocato nelle serie minori olandesi.
Più gratificanti per lui le canzoni rap incise, sotto il nome d’arte di Roya2Faces, insieme all’amico Ryan Babel, e la partecipazione alla serie tv olandese “Macro Mafia” nel ruolo di malavitoso: tutto normale se ti chiami Royston Drenthe.

Il bilancio di Drenthe all’Everton (coppe comprese) fu di 27 presenze, 4 gol e 8 assist
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Alberto Emmolo
Alberto Emmolohttp://www.urbone.eu
Classe 1984, travolto da una grande passione per il football fin da bambino, appena possibile vola a Londra per "respirare" calcio, atmosfere e sensazioni. Nel maggio 2019 ha pubblicato il suo primo libro "Hat-trick - i grandi attaccanti della Premier League" (ed. Urbone Publishing)

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