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Thomas Hitzlsperger, “The Hammer”: un martello capace di rompere ogni barriera, anche quella dell’omosessualità

5 ' di letturaThomas Hitlzsperger è stato un concentrato di tecnica e forza, dotato di un sinistro devastante capace di disegnare calcio con traiettorie geniali, quanto di tirare giù la porta avversaria con tiri di inaudita potenza. Di ruolo centrocampista, il tedesco ha speso gran parte della sua carriera in Inghilterra, diventando un idolo dei Villans, i tifosi dell’Aston Villa che lo hanno soprannominato “The Hammer”, il martello. Un nomignolo indubbiamente azzeccato per un ragazzo dalla grande tempra e dall’immenso coraggio, un coraggio dimostrato non solo sul campo da gioco, ma anche nella vita di tutti i giorni. Hitzlsperger, infatti, è passato agli onori della cronaca anche per aver dichiarato la propria omosessualità una volta appesi gli scarpini al chiodo ad appena 31 anni, una scelta che gli rende merito, in un mondo dove si nasconde questo argomento come se fosse un grande tabù. Ma riavvolgiamo il nastro della sua carriera, perché The Hammer merita una certa attenzione.

A differenza di molti giocatori tedeschi, che hanno fatto il passaggio dalla Bundesliga alla Premier League da calciatori navigati, Hitzlsperger nasce calcisticamente in Inghilterra quando da appena diciottenne viene prelevato dall’Aston Villa che lo soffia all’accademia del Bayern Monaco, per introdurlo nelle proprie giovanili. Il nativo bavarese sceglie di sbarcare sull’Isola britannica semplicemente per giocare a calcio: “Mi sono trasferito a Birmingham per diventare un calciatore professionista, ma all’improvviso ti rendi conto che questa è una scelta più articolata: fai amicizia, impari la lingua e diventi parte della cultura del luogo. Il trasferimento all’estero e all’Aston Villa hanno cambiato tutta la mia vita ed è stata probabilmente una delle mosse migliori che abbia mai fatto”. Il centrocampista brucia le tappe sia in campo, dove viene aggregato in fretta nella prima squadra, sia fuori dal rettangolo verde, dove si integra rapidamente nell’habitat inglese. Tra l’altro nei suoi cinque anni di permanenza a Birmingham sceglie di vivere sopra a un club dove si riuniscono i tifosi Villans, diventando a pieno titolo uno di loro. 

La passione per questi colori diventa una ragione di vita, tanto che nel 2002 da infortunato assiste al teso derby cittadino col Birmingham, in mezzo alla curva dei tifosi Villans. Purtroppo la sua squadra viene sconfitta per 3 a 0, ma 18 mesi dopo Hitzlsperger si riprende la sua parziale rivincita quando nel successivo derby giocato al Villa Park segna con uno straordinario siluro dalla distanza la rete del 2 a 0. La partita finirà 2 a 2, ma il tedesco ricorda quel momento con grande enfasi: “È stato un momento da sogno. So che tra i tifosi si discute sempre sul fatto che i giocatori stranieri non capiscano cosa significhi giocare questa partita, ma io capisco benissimo quanto valore abbia questo match per ognuno dei nostri supporter. La preparazione alla sfida è diversa, la stampa parla di questo appuntamento tutta la settimana, la gente ne discute ovunque, non è una partita normale. Queste sono le sfide che non vedo l’ora di giocare e mi sono sempre piaciute”. 

Quel gol segnato al Birmingham non è un caso isolato, ma diventa un vero e proprio marchio di fabbrica. Nelle 99 presenze in Premier League con la maglia dei Villans saranno 8 le reti, per lo più realizzate con bolidi a lungo raggio. I tifosi lo chiamano The Hammer e quando si avvicina con la palla in posizione di tiro, tutto lo stadio comincia a vibrare e a intonare un suono per propiziare la successiva scarica. Hitzlsperger è orgoglioso di questo soprannome, che nasce anche grazie a John Gregory, il primo allenatore avuto all’Aston Villa: “Quando ho firmato il contratto, John Gregory sapeva che avevo un potente piede sinistro e in una delle sue prime interviste ha detto che ho ‘un piede sinistro così potente da aprire una lattina di fagioli’, un vero martello. Poi dopo un paio di gol dalla lunga distanza questo nomignolo è stato adottato da tutti i tifosi e la cosa mi rende orgoglioso”.

Purtroppo dopo cinque anni di idillio, qualcosa si rompe e il tedesco decide al termine della stagione di cambiare aria. Uno dei fattori principali dell’addio è il cattivo rapporto con l’allenatore David O’Leary, che sul finire della stagione 2004-2005 lo esclude dalla rosa, non facendogli giocare la centesima presenza con la sua amata divisa nell’ultimo incontro di Premier League contro il Liverpool: “O’Leary ha scelto di non portarmi nemmeno in panchina. Ero deluso, volevo dire addio ai tifosi dopo cinque anni e non mi è stata data l’occasione. Ero profondamente sconvolto, mi sarebbero bastati solamente cinque minuti per salutare il mio pubblico. Dopo la partita avrei voluto festeggiare, ma ero talmente amareggiato che ho preso e sono andato via”. Dopo l’addio all’Aston Villa, The Hammer scrive delle pagine memorabili con la maglia dello Stoccarda, con cui vince una storica Bundesliga nel 2007 e diventa un pilastro della nazionale tedesca.

Dopo una breve parentesi con la Lazio, il tedesco prova una nuova avventura in Inghilterra, stavolta con i colori del West Ham. Il bavarese ha 28 anni ma è tormentato da problemi fisici e non riesce a tornare ai livelli del passato. Anche per questo i vertici della squadra londinese decidono di non confermarlo. Dopo un fugace rientro in patria col Wolfsburg, Hitzlsperger ritenta l’ultima carta inglese, sottoscrivendo un contratto con l’Everton per cercare il rilancio. Anche stavolta il fisico non lo sorregge e nel 2013 appende le scarpe al chiodo, ad appena 31 anni. 

Nel 2014 da fresco ex giocatore professionista, con un palmarés di tutto rispetto e ben 52 gettoni di presenza con la Germania, stupisce il mondo dichiarando pubblicamente la sua omosessualità. Mai un giocatore di questo livello aveva rivelato la propria tendenza sessuale, rompendo una barriera e un tabù: “Sono omosessuale. Per me è stato un percorso lungo e difficile, ma alla fine ho capito che preferisco vivere con un uomo la mia vita. Ho deciso di parlarne perché credo sia arrivato il momento di fare un passo avanti riguardo a questo argomento, ovvero all’omosessualità nello sport professionistico. Io non mi sono mai vergognato di come sono fatto, ma nel calcio non è sempre facile affrontare questo argomento, perché viene ignorato. Immaginate 20 uomini seduti intorno a un tavolo, mentre bevono qualcosa e fanno battute sui gay, lasci fare se non sono troppe offensive, ma non è facile. Io ho giocato in Germania, in Inghilterra e in Italia e l’omosessualità non è considerata un problema, neanche negli spogliatoi, però nello sport professionistico si è molto competitivi, c’è voglia di lottare e di vincere e tutto questo, secondo alcuni stereotipi, non si adatta alle femminucce“. Con queste parole a Die Zeit, Hitzlsperger ha rotto una barriera difficile da infrangere e lo ha fatto con la stessa potenza con cui calciava il pallone verso le porte avversarie, da vero martello, da vero The Hammer.

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