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sabato 27 Luglio 2024
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The boxing day massacre

Cronaca di un pazzesco boxing-day a Sheffield nel 1979

5 ' di letturaEā€™ il giorno di Santo Stefano del 1979. A Sheffield, ā€œFather Christmasā€ ha indossato il costume rosso sopra la tuta da operaio, assieme alla sua renna Rudolf che preferisce il carbone alle carote. Il ceppo acceso alla vigilia di Natale brucia ancora nei caminetti, e come da tradizione, un pezzo andrĆ  conservato per lā€™anno successivo.

Adesso ĆØ tempo di Boxing Day.

Eā€™ il giorno della solidarietĆ . Della beneficenza, della caritĆ . Della scatola per gli altri. Dai singoli cittadini, alle aziende, alle parrocchie. Tante, innumerevoli versioni, per rappresentare in sostanza, la volontĆ  di rinsaldare legami sociali e generazionali, continuamente messi a rischio dalle circostanze. PerchĆ© la crisi presto arriverĆ  anche qui. In quel momento se ne sentono solo i primi sintomi. Ma intanto gli addobbi fanno bella mostra di se nei negozi, e le luci colorano i mercatini del centro.

Davanti alla Cattedrale di St. Peter and St. Paul, ĆØ costante lā€™andirivieni di persone.

Le radio passano la canzone dei Boney M. ā€œMary’s Boy Childā€.

Qualcuno guarda lā€™orologio. Altri si stringono il colletto della giacca per il freddo. Parecchi tirano fuori una sciarpa della loro squadra. Tutti vogliono fare presto. Oggi si gioca il derby cittadino.

 

Presto, maledizione, troppo presto. Sheffield Wednesday- Sheffield United, si giocherĆ  alle dodici per timore dā€™incidenti. La cittĆ  dellā€™acciaio era stata costretta a rimettere la sveglia anche per le feste comandate.

Senso di marcia nord, verso Hillsborough, verso la tana delle Owls.

In quel dicembre 1979 i due club di Sheffield sono nello stesso campionato di terza divisione.

La solita misera minestra per chi da sempre vorrebbe ambire a piatti piĆ¹ gustosi, ma che poi trova irrimediabilmente buoni e affascinanti anche quelli della cucina povera delle categorie minori. Un paradosso strampalato, che questa volta entrambe le societĆ  vogliono fortemente togliersi di dosso. Lo Sheffield United di Harry Haslam ĆØ primo in classifica, e il Wednesday di Jack Charlton insegue, non troppo lontano in quarta posizione.

Nessuno vuole perdere. Chiaro. Nella scatola da offrire ai loro tifosi ci deve essere solo la vittoria.

La Spion Kop ĆØ un mare verticale di onde bianco-blu che si rifrangono sul bagnasciuga del terreno di gioco. Dall’altra parte la maggior parte dei sostenitori delle blades, cantano e si agitano nel ripostiglio basso della Leppings Lane End. Oltre 500 poliziotti fanno fronte a una folla di quasi cinquantamila persone.

Nei rigorosi palazzi post bellici di Sheffield gli alberi di Natale si accendono e si spengono nella solita intermittenza infinita.

Qualcuno pensa a un nuovo film sul dissenso e la rabbia giovanile.

Le pozzanghere si specchiano sul cielo grigio, steso come un enorme sudario sulla cittĆ  senza lasciare apparire orizzonti diversi.

Era dall’aprile del 1971 che non si ripresentava uno Steel City Derby. Anche allora si era giocato a Hillsborough, e quella volta era finita a reti inviolate. I tifosi piĆ¹ anziani ricordavano ancora la gara disputata a Bramall Lane l’8 settembre 1951 dove lo United aveva spennato le civette con un perentorio 7-3.

La tensione durante la settimana fu alta e sfociĆ² negli spogliatoi. Incontrollabile, sguaiata. Nessun saluto, le strette di mano sono un affare per signorini. Ci si guarda in cagnesco e partono minacce.

Il difensore scozzese dello United John McPhail, si volge verso Terry Curran dello Wednesday e lo avvisa di romperlo al primo contatto utile. Si accende un principio di rissa. Il corpulento centravanti delle Owls, John Lowey, interviene fra i due intimando battaglia. Tony Kenworthy compagno di reparto di McPhail rincara la dose.

E’ una polveriera. Lā€™arbitro deciderĆ  di gettare la moneta nel tunnel davanti ai capitani Mike Pickering e Mick Speight. Nel chiuso dello stadio si decise cosƬ la fatidica assegnazione di ā€œpalla o campoā€.

Alla fine entreranno nel boato della folla. Il terreno di gioco, la corsa, i cori, un ritorno di luciditĆ  mentale, e la tensione fortunatamente si allenta.

La partita inizia tranquillamente. Il campo ĆØ pesante, gli errori sono frequenti.

Al 36Ā° minuto del primo tempo, la svolta: Ian Mellor raccoglie la palla sul vertice sinistro della mezzaluna dellā€™area di rigore, e insacca un tiro all’incrocio dei pali da 25 metri, sul quale Derek Richardson non puĆ² veramente nulla. Lo United ferito reagisce, e prima dellā€™intervallo andrĆ  vicinissimo al pareggio ma Bob Bolder salverĆ  tutto, prima con lā€™aiuto della traversa, poi respingendo il tiro a botta sicura di Barry Butlin.

Nella seconda parte di gara la collisione fra il centrocampista Jeff King e Mike Speight, costringerĆ  questā€™ultimo a uscire dal campo in barella, e a questo punto il pendolo del match oscillerĆ , decisamente verso le Owls.

McCulloch centra per lā€™accorrente Curran che segna di testa in tuffo. E’ la rete simbolo di questo Boxing Day. La sua esultanza inginocchiato in segno di sfida verso i tifosi avversari sotto la loro porzione di stadio, raccolse offese, minacce, ingiurie, e chissĆ , forse piĆ¹ delle 300 sterline che lā€™attaccante guadagnava settimanalmente…

Un minuto dopo, le marcature diventano tre, grazie a King che mette dentro da distanza ravvicinata. Poi quasi allo scadere, in un clima giĆ  di festa per i padroni di casa, Mellor lancia in velocitĆ  Curran, che viene atterrato in area. Il penalty sarĆ  perfettamente convertito nel quarto goal da Mark Smith.

Tre quarti di Hillsborough ĆØ in delirio, in festa.

Quelli delle blades si sentono come le vittime di un abuso, in seguito non avranno un ricordo preciso di quello che ĆØ successo, solo una serie di brutte immagini che ogni tanto riaffiorano senza preavviso.

La partita rappresenterĆ  un punto di svolta. Lo Sheffield United accusĆ² il colpo e non riuscƬ piĆ¹ a mantenere le prime posizioni della classifica, mentre la squadra di Charlton pur con qualche imbarazzo finale salƬ di categoria piazzandosi al terzo posto della graduatoria, con il riccio e baffuto Terry Curran da Kinsley, capocannoniere del torneo, depositario di ventidue centri.

Il fine gara fu molto meno movimentato. Si sentivano solo le civette cantare ā€œHark now hear the Wednesday singā€. Mentre nell’altro spogliatoio lo United restĆ² in religioso silenzio.

Forse affilavano le lame per la prossima volta…!

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