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Sono Brett Ormerod, chiamatemi Mister Blackpool

Tra il 1997 ed il 2010, l'attaccante nato a Blackburn ha segnato in tutte le categorie del calcio professionistico inglese con la maglia dei Tangerines

4 ' di letturaE’ un posto particolare Blackpool.
C’è il mare, un’imitazione della Tour Eiffel, il culto dell’allevamento degli asini ed una squadra di calcio che, caso più unico che raro in Inghilterra, gioca con la maglia arancione, indossata negli anni ’50 da leggende del calcio inglese come Stanley Matthews, Stan Mortensen e Jimmy Armfield.

Proprio in un posto particolare, in riva al mare d’Irlanda, si è materializzato un record più unico che raro, segnare almeno un gol con la stessa squadra in tutte e quattro le categorie del calcio professionistico.
Lo ha realizzato tra il 1997 ed il 2010 Brett Ormerod, attaccante mai in prima pagina ma iscritto, a vita, nel libro dei primati del football.
Nato a Blackburn nel 1976 e cresciuto nel vivaio dei Rovers, Ormerod inizia la sua carriera nel 1995, anno di grazia ad Ewood Park dove si festeggia la vittoria del Premiership, grazie ai gol di Alan Shearer ed alla sapiente gestione di Kenny Dalglish.
Ormerod divide il suo impegno sportivo nel calcio dilettantistico con il lavoro: di giorno è operaio in un’industria tessile vicino la sua città natale, dove sgobba per ottenere 130 sterline la settimana, di sera si allena con l’Accrington Stanley, dove segna a ripetizione, attirando le attenzioni del Blackpool.
Nel marzo 1997 sbarca a Bloomfield Road e, nel boxing day in trasferta a Carlisle, l’attaccante firma il suo primo gol da professionista, con i Tangerines (mandarini) allora impegnati in Second Division.
Il Blackpool tocca il fondo nella stagione 1999/2000, in cui ad ottobre Brett si rompe una gamba nella trasferta di Wycombe e finisce la stagione anzitempo, ed in primavera per appena 4 punti si materializza una drammatica retrocessione nell’ultimo gradino del professionismo.
Ormerod rimane fedele alla maglia arancione, torna in campo 10 mesi e segna 27 reti in Third Division, di cui uno nella finale play-off a Cardiff vinta 4-2 contro il Leyton Orient.
Nel dicembre 2001 il Southampton, club di Premier League allora allenato da Gordon Strachan, offre quasi 2 milioni di sterline per Brett Ormerod, offerta irrinunciabile per un club di Second Divisione.
Brett parte immediatamente per la South Coast, facendo anche la felicità dell’Accrington Stanley, che beneficia di un bonus di 200 mila pounds.
Dal Nord al profondo Sud cambiano i colori, la temperatura ed il campionato ma non il modo di giocare di Ormerod, non un grande finalizzatore ma un perfetto attaccante di movimento, di quelli abili nell’aprire spazi ai compagni là davanti.
Brett segna in casa dell’Ipswich Town alla prima da titolare, ed il suo gol più importante con i Saints arriva nella primavera 2003: è quello che piega il Watford, sul campo neutro del Villa Park, e manda in finale di FA Cup il Southampton, poi sconfitto dall’Arsenal in una partita decisa da una prodezza di Robert Pires.

L’esultanza dopo il gol al Watford in semifinale di FA Cup

Il Southampton retrocede ed Ormerod torna due volte in prestito al Nord, ma sia a Leeds che a Wigan non lascia traccia.
Si fa avanti il Preston North End e Brett firma con i Lilywhites, club diviso da una feroce rivalità proprio con il Blackpool.
L’esperienza a Deepdale, però, è segnata da una caviglia spezzata da Jonathan Douglas del Leeds durante i play-off del 2006.

l’entrata assassina di Jonathan Douglas del Leeds nel play-off 2006

La carriera di Ormerod sembra al tramonto, infelici i prestiti al Nottingham Forest ed all’Oldham Athletic, nessuno è più interessato alle sue prestazioni sportive.
Nel gennaio 2009, senza contratto, la chiamata da Bloomfield Road e la decisione: si torna a Blackpool.
I Tangerines sono in Championship con una salvezza da conquistare, uno stadio completo solo per tre quarti (i lavori per la ricostruzione della South Stand demolita nel 2003, sono in notevole ritardo),  ed i soliti problemi societari legati alla cronica mancanza di denaro, figlia della contestata gestione di Karl Oyston, autore di una lunga serie di scelte discutibili e per anni al centro delle contestazioni della tifoseria arancione.
L’odiato chairman non sbaglia, però, ad affidare nel maggio 2009 la squadra a Ian Holloway, fermo da tempo dopo l’esperienza alla guida del Leicester City.
Ormerod ed Holloway sono fra i principali protagonisti di un’annata incredibile.
Il Blackpool punta alla salvezza ad agosto e festeggia, a maggio, la prima e storica, promozione in Premier League, tornando dopo quasi quarant’anni nel massimo campionato inglese.
Nella finale di Wembley, vinta 3 a 2 contro il Cardiff City, tutte le reti sono racchiuse in un primo tempo di rara intensità emozionale; dopo una perla su punizione di capitan Charlie Adam, la dodicesima rete stagionale è quella decisiva per Brett Ormerod, i gallesi sono sconfitti e i Tangerines volano…in Paradiso.
Dura solo un anno l’esperienza del Blackpool in Premier: gli arancioni giocano a viso aperto, vincono dopo 44 anni contro il Liverpool, ma crollano nella seconda parte di stagione, retrocedendo all’ultima giornata ad Old Trafford.
Brett Ormerod segna solo un gol in quel campionato, quanto basta per entrare nel libro dei record: in campo da pochi minuti contro il Tottenham, in una fredda serata di febbraio a Bloomfield Road, prende il tempo ad Assou-Ekotto ed in scivolata infila Gomes in uscita.

il gol contro il Tottenham a Bloomfield Road in Premier League

L’esultanza per il gol aumenta nel dopo partita quando un giornalista gli fa notare di essere diventato, da pochi minuti, il primo giocatore della storia ad aver segnato in tutte e quattro le categorie professionistiche con la stessa maglia.
Poteva accadere solo in posto particolare come Blackpool.

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Alberto Emmolo
Alberto Emmolohttp://www.urbone.eu
Classe 1984, travolto da una grande passione per il football fin da bambino, appena possibile vola a Londra per "respirare" calcio, atmosfere e sensazioni. Nel maggio 2019 ha pubblicato il suo primo libro "Hat-trick - i grandi attaccanti della Premier League" (ed. Urbone Publishing)

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