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venerdì 19 Aprile 2024
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Dixie Dean, il cannoniere da 60 gol in un campionato

9 ' di letturaIl mondo del calcio da un decennio è in balia di due predatori fenomenali. Sto ovviamente parlando di Cristiano Ronaldo e Lionel Messi. Due giocatori capaci di segnare rispettivamente 725 e 695 gol in partite ufficiali. Nessuno dei due dà segno di voler smettere di gonfiare la rete, nonostante l’età avanzi. La miglior stagione, sul piano della prolificità, da parte di uno dei due è l’anno 2011-2012. La Pulga è stata capace di tenere la media fantascientifica di 1,19 gol a partita.

Eppure, questo dato impallidisce al confronto delle performance del protagonista della nostra storia. Andremo ancora una volta indietro nel tempo, molto indietro. Andremo a scavare nella Hall of Fame della Premier League per parlare di uno degli attaccanti più forti di tutti i tempi, per quanto poco ricordato ai giorni nostri: Dixie Dean. Un ragazzo dal cuore puramente Toffee, cresciuto a pane e Everton. Non ci sono parole migliori che quelle del mitico Bill Shankly per descriverlo: “Senza dubbio, Dixie Dean è il miglior centravanti che il mondo potrà mai avere. Appartiene a quel gruppo di grandissimi di cui fanno parte Shakespeare, Beethoven e Rembrandt”. E scusate se è poco.

I primi anni oltre il Mersey

William Ralph Dean nasce il 22 gennaio 1907 a Birkenhead, uno dei paesi che guarda Liverpool dall’altra parte del fiume Mersey. Sia il padre, William senior, che il nonno Ralph Brett lavorano per le ferrovie. Addirittura il nonno ha guidato per un po’ la carrozza reale al tempo di re Giorgio V.

La famiglia già di suo non è molto agiata, ma lo scoppio della Prima Guerra Mondiale aggrava la situazione. L’Inghilterra intera deve fare un costosissimo “sforzo di guerra”. William ha solo sette anni, ma viene reclutato insieme ad altri ragazzini per fare il fattorino del latte. Ogni mattina si alza alle 4 e 30, va alla fattoria della famiglia Burgess e raccoglie il latte in grandi otri che poi porta alle signore della zona.

La predisposizione al lavoro più che allo studio non abbandona il ragazzo quando la guerra finisce. Tanto che a soli 14 anni lascia la scuola. Trova lavoro in ferrovia, ovviamente, nella stessa società che impiega il padre. Così può assicurarsi uno stipendio e vivere la sua vera grande passione, il football. E come tutta la famiglia, la sua squadra del cuore è l’Everton. Già a 8 anni il papà lo porta per la prima volta a Goodison Park, a vedere la squadra che quell’anno vincerà poi il titolo.

William, o Digsy come è soprannominato dai suoi amici, ha molto talento. Segna tanto, contro qualsiasi avversario. Sembra molto forte soprattutto di testa. Racconta spesso di come lanciava un pallone sui tetti e aspettava che riscendesse per colpirlo con la fronte. Anche il lavoro in ferrovia ha un risvolto calcistico. Durante la notte dei grossi ratti sbucavano da sotto le rotaie, e William li rispediva al mittente calciandoli forte sui muri.

Alcuni superiori di Dean gestiscono anche una squadra, ma lui rifiuta per rimanere a giocare nella squadra locale di Pensby. Ma non ci vuol molto perché altri scout lo notino, fino a che sarà il Tranmere Rovers a riuscire ad acquistarlo a soli 16 anni.

L’esordio nei professionisti

I Tranmere Rovers sono una squadra professionistica di Seconda Divisione nel 1923. Il ragazzo è sì forte ma veramente giovane, e gioca solo tre partite nella sua prima stagione tra i “pro”. Viene schierato spesso nelle partite tra le squadre riserve, e qui avviene un incidente rimasto negli annali.

Nella partita contro l’Altrincham del 6 febbraio 1924, Dean segna velocemente una doppietta e il centrale avversario giura di fermarlo a ogni costo. Poco dopo si presenta l’occasione, e con tutta la forza che può entra in contrasto con il ragazzo. Quando i compagni di squadra si avvicinano scoprono che si è fatto male proprio lì dove non batte il sole. Non sapendo cosa fare, uno dei suoi ha la brillante idea di iniziare a massaggiare la zona per cercare di alleviare il dolore, ma il giovane Dean ha la forza di guardarlo male e urlargli “Non massaggiarle, contale!”

Dixie, come viene già soprannominato da stampa e fan, è uno duro. In campo è sportivo con gli avversari ma segna molto spesso e ha una tempra ferrea. Da quello scontro di gioco ne uscirà senza un testicolo, ma non se ne cura molto. I giornali già lo segnalano come uno dei giovani migliori della zona. Nella stagione 1924-1925 i Tranmere Rovers non possono che schierarlo titolare. Dean non si fa pregare e risponde con 27 gol in 27 presenze. Gli occhi di tutta la First Division sono su di lui.

Quasi tutte le squadre provano ad acquistare Dean. I dirigenti del Tranmere promettono al ragazzo il 10% della cifra d’acquisto, e Dixie di rimando promette i soldi ai suoi genitori. Arsenal e Newcastle United sono le due squadre che più sono interessate, ma finalmente arriva la chiamata che Dean aspetta. L’Everton si presenta con un’offerta sostanziosa di 3.000 pounds. Dixie non sta nella pelle e si fa a corsa le 4 miglia che lo separano dal Woodside Hotel dove alloggia il segretario dei Toffees. Accetta subito l’offerta. I dirigenti del Tranmere gli tendono però un tranello, e dopo la firma del contratto gli vengono dati solo 30 pounds invece dei 300 pattuiti. Dixie è furioso e si rivolge al presidente della Football Association McKenna, che però lo liquida con un “Ho paura che tu abbia già firmato. Ormai è andata così”.

Everton favourite’s son

L’entusiasmo di Dean per il passaggio all’Everton però rimane intatto. La prima stagione ai Toffees corrisponde con un cambio della regola del fuorigioco. Ora sono necessari due uomini e non più tre per formare la linea dell’offside. Dean ne approfitta, e segna 32 gol in 38 partite. Nell’estate del 1926 però ha di nuovo un incidente gravissimo. Questa volta è in vacanza in Galles con la sua ragazza, e guida la sua nuova motocicletta Imperial. Lo scontro è fortissimo e Dixie sbatte violentemente la testa. Rimane 36 ore svenuto in ospedale, e sopravvive per miracolo nonostante cranio e mascella fratturati.

Dixie Dean è però duro come la roccia. Quattro mesi dopo, nell’ottobre 1926, ritorna in campo con le riserve dell’Everton. Per il suo rientro Goodison Park vede l’arrivo di 30.000 tifosi. Il 24 ottobre gioca la sua prima partita ufficiale, in trasferta a Leeds. Ovviamente segna, e la squadra vince 3-1. Segna di testa, come al solito, tanto che i tifosi ridono di come la placca di metallo che deve avere in testa sia la fonte della sua bravura nel fondamentale. Alla fine della stagione i Toffees si ritrovano al secondo posto. Prima della partita contro il Leeds erano ultimi. Per Dixie fanno 21 gol in 27 presenze, quando nessuno pensava potesse davvero tornare a giocare.

La stagione 1927-1928 si preannuncia fondamentale per l’Everton. Con Dean in forma chi lo sa cosa potrebbe succedere. Il titolo manca dal 1915, proprio quando il giovane Dixie viene portato per la prima volta a Goodison Park dal papà. L’esordio dei Toffees è in casa contro lo Sheffield Wednesday. Vittoria secca 4-0, con Dixie che segna il suo primo gol della stagione. Dean segnerà anche nelle successive otto partite.

La volata per il titolo della First Division è a due. Da una parte l’Everton di Dean, dall’altra l’Huddersfield. Il derby del Merseyside col Liverpool del 25 febbraio finisce 3-3, per quello che viene ricordato come uno dei derby più belli di sempre. I tre gol Toffees sono tutti di Dixie, che arriva a quota 43 firme in campionato. Da quel momento, un mese da zero gol fatti e 2 punti in 4 partite porta l’Everton a 4 punti dall’Huddersfield. Dean si risveglia un mese dopo, segnando una doppietta contro il Derby County e portando il suo computo a 45 gol. Ha infranto il record di marcature in una singola stagione di First Division, ma c’è sempre un titolo da vincere.

Dixie a questo punto non si ferma più. Segna una doppietta al Blackburn nel 4-1 che riporta in pari la contesa con l’Huddersfield. Poi fa un gol al Bury, un’altra doppietta allo Sheffield United, è ancora in gol contro il Newcastle, e segna di nuovo una doppietta contro l’Aston Villa. La penultima gara della stagione è contro il Burnley. Una vittoria consegnerebbe il titolo all’Everton. Dixie non si fa pregare e segna ben 4 gol. La partita finisce 5-3 e i Toffees sono campioni.

Ora c’è un ultimo traguardo. Dixie è a 57 gol in stagione, a soli due gol dal record di 59 siglato l’anno precedente da George Camsell in Second Division. L’ultima partita è a Goodison Park contro l’Arsenal. Dean è anche leggermente infortunato, ma i medici del club riescono a ritirarlo su. Scende regolarmente in campo. Nei primi minuti segna due gol, su rigore parato male dal portiere e con uno dei suoi colpi di testa potenti e precisi. La partita però si arresta sul 2-2 e non si schioda più di lì.

Tutto l’Everton gioca per far segnare Dixie Dean. Gli spalti lo incoraggiano a ogni tocco di palla. Al minuto 82, i Toffees guadagnano un calcio d’angolo. 15 giocatori sono in area di rigore, ma il cross di Troup mira a uno solo di loro. Dixie stacca sopra tutti gli altri e colpisce di testa. Forte e angolato alla destra del portiere. Imparabile, come quasi tutte le sue testate. È il gol del record, fanno 60 marcature in una stagione. Goodison Park esplode di gioia, e anche Dean si lascia andare a un urlo liberatorio. Poco importa che l’Arsenal riesca a pareggiare e la partita finisca 3-3.

Dixie Dean rimane all’Everton anche negli anni successivi. Nonostante il suo picco sia indiscutibilmente questa cavalcata, continua profusamente a segnare. La squadra però implode nelle annate successive alla stagione dei 60 gol, e retrocede nel 1930. Ma il cuore Toffees di Dixie gli impedisce di andarsene, e guida i suoi alla promozione l’anno successivo. Da neopromosso in First Division l’Everton vincerà addirittura il campionato 1931-1932, sostenuto dai 44 gol in 42 partite del capitano Dean. L’anno successivo sarà la volta della FA Cup, battendo 3-0 il Manchester City nella finale di Wembley.

C’è spazio anche per una storia diversa nella vita calcistica di Dixie Dean. Nel 1932 un tour post campionato dei Toffees porta la squadra a giocare nella Germania guidata da Adolf Hitler. Alla prima partita viene richiesto che i giocatori inglesi debbano fare il saluto nazista. Dean non si fa pregare, e arringa tutta la squadra. Che non provassero neanche a pensare di fare il saluto di quella gente. Tutto l’undici titolare dell’Everton si rifiuta, e Goering e Von Ribbentropp non possono far altro che assistere alla debacle della azione propagandistica tedesca.

Il cambio della guardia e la fine di un’era

Nel 1936 gli effetti del gioco muscolare e “insulare” della First Division iniziano a farsi sentire sul corpo martoriato di Dean. Giocherà solo 6 partite nei due anni successivi. L’impegno che non può mettere in partita Dixie lo riversa in allenamento, aiutando i suoi compagni di reparto. Visto il calo dell’idolo Toffees, viene acquistato dal Burnley il giovane Tommy Lawton. Dean si presenta subito al ragazzo mettendosi a sua completa disposizione, e poco dopo lo investe personalmente come suo successore.

Alla fine della stagione 1937-1938 Dixie andrà via da Goodison Park. È un giorno di lutto per i tifosi dell’Everton. Lawton più di tutti se ne accorge, quel giorno in cui decide di prendere il bus e viene riconosciuto dal conducente. “Sei Tommy Lawton?” “Sì, sono io!” “Eh, non sarai mai bravo quanto Dixie”.

Dean giocherà ancora qualche partita, prima in Third Division e poi in Irlanda. La Seconda Guerra Mondiale però arriva con tutta la sua furia anche nelle vicende inglesi, e Dean si ritira nel 1940. Smette di giocare dopo 447 partite ufficiali disputate e 390 gol segnati, di cui 349 con la maglia dell’Everton. Detiene il record dei 60 gol in campionato, e del rapporto tra gol e presenze per giocatori con oltre 200 gol segnati nella First Division con 0,89. Si ritira da campione affermato in tutto il mondo. Non sorprende quindi che durante la Seconda Guerra Mondiale, quando gli inglesi catturano un italiano durante le operazioni in Africa, questi li insulti a pieni polmoni urlando “Fuck your Winston Churchill and fuck your Dixie Dean!”

Dopo la guerra, Dean prenderà in gestione un pub a Chester e lavorerà in una sala scommesse poco lontano. Purtroppo, il suo stato di salute fisico e mentale si deteriora presto col passare del tempo. Negli anni settanta una influenza maligna lo tiene in ospedale un mese intero, e pochi anni dopo perde addirittura una gamba. La morte della moglie per un attacco di cuore nel 1974 lo abbatte ancor di più, e solo la presenza dei quattro figli sembra aiutarlo.

Il primo di marzo del 1980 Dixie Dean decide di andare in un luogo in cui erano anni che non metteva piede. Torna a Goodison Park, a vedere una partita dell’Everton. È un derby del Merseyside, viene accompagnato dalla figlia Barbara e si accomoda in curva per tifare la sua squadra di sempre. Ma a pochi minuti dal fischio finale, il suo cuore non ce la fa più. L’infarto lo colpisce velocemente, e William Ralph Dean esala il suo ultimo respiro sugli spalti di Goodison Park.

Sarà proprio Barbara a spargere le ceneri del padre sulla linea di metà campo, così come sua ultima volontà. Piangendo dice che probabilmente il papà ha fatto in modo di morire proprio lì, con un’uscita di scena in grande stile tipica per lui. Perché anche negli ultimi attimi di vita, guai a dividere Dixie Dean dai suoi amati Toffees.

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