Da Football Manager alla vittoria in Champions League. La storia di Roberto “Bobby” Firmino

È l’inverno del 2010, siamo a Florianopolis, Stato di Santa Catarina in Brasile. È una giornata come tante per Roberto Firmino

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È l’inverno del 2010, siamo a Florianopolis, Stato di Santa Catarina in Brasile. È una giornata come tante per Roberto Firmino, giovane promessa brasiliana che ha da poco raggiunto il traguardo delle trenta presenze con la sua squadra del cuore, il Figuereinse, riuscendo pure a segnare qualche rete significativa.

Ci sono alcune voci di mercato che lo interessano, anche se lui non sembra farci molto caso. Il rifiuto da parte dell’Olympique Marsiglia dopo uno stage di qualche mese prima ancora brucia e l’idea di un’altra possibile delusione lo divora.

Roberto ha da poco compiuto 18 anni e come tanti suoi coetanei e concittadini, ha fantasia da vendere con la palla tra i piedi. È il classico ragazzino che viene scelto per primo quando al campetto si fanno le squadre, il fantasista che sa sempre dove è e dove finirà il pallone una volta calciato. Quest’ultima caratteristica, come dirà la carriera di questo giocatore, diventerà forse il suo marchio di fabbrica.

Contemporaneamente ad Hoffenheim, Germania, Lutz Pfannienstel sta giocando a Football Manager, un video gioco dalla fama planetaria che ti consente di comprare, allenare e portare alla ribalta ogni singola squadra esistente sulla faccia della terra. Durante quell’inverno, Lutz sta cercando per la propria formazione una giovane promessa e come tanti come lui, gli occhi finiscono sul campionato brasiliano, fucina esemplare di giovani talenti. Gli occhi dello scout tedesco piombano su Firmino, e le ricerche cominciano pian piano a farsi sempre più intense.

Come nelle favole, il mondo virtuale si unisce a quello reale. Pfannienstel vola in Brasile per visionare la sua scoperta e decide di fare un’offerta di 4 milioni. Il club di Santa Catarina non ci pensa due volte e decide di cedere il proprio ragazzo all’Hoffenheim, famosa squadra di Bundesliga.

Il cuore di Roberto è un turbinio di emozioni contrastanti. Mai si sarebbe aspettato una chiamata del genere nonostante le sue qualità fossero per tutti fuori dal comune. È felice, carico, determinato ad affrontare la sua nuova avventura nonostante il passato fatto di scelte sbagliate e delusioni.

In Germania rimarrà per 5 meravigliosi anni fino a quando il Liverpool, carico di storia e nuovi progetti, se lo aggiudicherà per la cifra record di 45 milioni di euro.

Qua inizia un’altra incredibile storia. Nasce l’era di Klopp e con lui il Liverpool dei miracoli. Il tecnico tedesco vede in lui grandi qualità e lo metterà letteralmente al centro del progetto cambiandogli ruolo. Lo sposta da fantasista a prima punta, concedendogli la libertà di fare quello che a lui è sempre riuscito a meraviglia: giocare a calcio. I compagni lo utilizzano come sponda e lui fa lo stesso con il resto della squadra. Insieme a Salah e Coutinho prima e Manè dopo si da vita al “calcio verticale” di Klopp fatto di riconquiste e passaggi in profondità.

Nascono i tanti goal in no-look, le esultanze stravaganti e le mode più ricercate. Liverpool strega Firmino e “Bobby” – come viene chiamato dai tifosi – conquista Liverpool, come se tutto fosse già stato scritto in qualche libro dal lieto fine. Arrivano le vittorie, i record, lo spettacolo e la tanto attesa Champions League, probabilmente il trofeo più importante del mondo dopo la Coppa del Mondo.

Negli anni la tecnologia continua a fare passi da gigante. Spesso viene criticata, talvolta viene accusata di non essere troppo morale. A volte, però, capita anche che quella tecnologia ti porti a scoprire luoghi e persone dall’altra parte del mondo. Ti fa conoscere squadre, stadi e nuovi giocatori.

Ogni giorno ringrazio Lutz e ogni giorno benedico Football Manager senza il quale oggi, probabilmente, non conosceremmo Roberto Firmino Barbosa de Oliveira.

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