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venerdì 26 Aprile 2024
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Dalian Atkinson, per soli quattro mesi il più forte attaccante della Premier

6 ' di letturaVeloce, velocissimo che nessuno lo riesce a tenere. Potente, tanto da sfiancare qualsiasi difensore si poneva sulla sua strada. Coraggioso e testardo, un toro infuriato che spesso partiva a testa bassa contro tutta la difesa avversaria. Per qualche mese, nell’anno di esordio della nuova Premier League, l’attaccante più forte d’Inghilterra non è Eric Cantona, nemmeno Alan Shearer, e neppure Teddy Sheringham. Nossignore, il bomber che tutti vorrebbero avere gioca a Birmingham, con la maglia dell’Aston Villa, e si chiama Dalian Atkinson.

È l’Aston Villa del Deadly Duo Saunders-Atkinson. Uno è sulla soglia dei trent’anni, è costato 2 milioni e mezzo di pound dal Liverpool dove era il partner d’attacco di Ian Rush, e ha già una discreta carriera alle spalle. L’altro è qualche anno più giovane, ancora in rampa di lancio nonostante un’annata poco entusiasmante alla Real Sociedad, ed è la sua spalla perfetta. Divora il campo a ogni scatto, pronto a inserirsi da dietro sui cross o le palle filtranti che proprio Saunders propizia.

Calcio, macchine e donne: una storia già vista

La sorella ha sempre raccontato come Dalian giocasse per il pubblico, più che per la vittoria. Voleva far divertire la gente, lasciare grande gioia dietro di sé. Così lo vedevi sempre andare a giro col sorriso, disponibile a salutare un piccolo fan del Villa oppure a dare una mano a un giovane talento. D’altra parte lui è rimasto sempre il ragazzino appena arrivato a Ipswich, innamorato della vita e delle sue attrazioni.

L’indice puntato in alto lo teneva già lì, quando iniziò la carriera come ala destra. Non era ancora l’energumeno che guidava la Claret & Blue Army, sembrava quasi rachitico con le gambine secche e pochi muscoli. Poi un giorno decise di metter su del peso. Ed ecco che ti sbuca fuori un’arma letale per le difese avversarie. Chissà, magari è stata una delle ragazzine con cui si dilettava a convincerlo.

Sì, perché Dalian oltre al calcio si dilettava in due passatempi: guidare più veloce che poteva, e intrattenersi con più ragazze possibili. Mrs Crawford è l’anziana signora che teneva Atkinson durante il suo periodo a Ipswich. Era un ragazzino sedicenne, ma già aveva uno stuolo di spasimanti. Al venerdì pomeriggio, raccontava, si metteva al telefono con un’agendina. Se al primo numero riceveva picche, semplicemente chiamava il secondo, poi il terzo. Non andava mai più in là, non ne aveva bisogno.

El txipiron alla conquista di Villa Park

È curioso come nascano certi soprannomi in alcune parti del mondo. Dalian Atkinson se ne trovò appioppato uno dai tifosi di San Sebastián. El txipiron, il calamaro. Era sfuggente e resistente, si infilava in ogni pertugio e ha quel modo di correre languido dato dalle sue lunghissime gambe. Nasce dopo una partita contro il Barcellona dove fa letteralmente ammattire Ronald Koeman. È anche il primo giocatore dalla pelle nera a indossare la maglia de La Real. I tifosi delle altre squadre spagnole però non ci trovano nulla di bello, tanto che i buu razzisti lo inseguono per i campi della Liga.

L’anno successivo è quello dell’arrivo al Villa. Lo stile è sempre il solito, come quello della sua guida. Veloce, più che può, senza scendere a compromessi. Divertito e divertente. E se nelle altre squadre non ha lasciato una traccia profonda, i tifosi Villains lo adorano alla follia. Incarna alla perfezione lo spirito della squadra. Purtroppo fin da subito il suo corpo gli fa capire che non sarà facile scendere in campo in claret & blue. Gli infortuni lo fermano tutta la prima stagione.

La seconda, quella appunto 1992/93, inizia però con Atkinson in forma smagliante e un Saunders in più. Alla prima giornata segna per la prima volta con il Villa in campionato. Per uno strano, ma neanche troppo, scherzo del destino, l’avversario è proprio l’Ipswich Town. Poi non si ferma più. Ne fa 11 in 18 partite, il Villa veleggia nelle prime tre posizioni di classifica e battaglia con Norwich e Manchester United. Sembra possibile riconquistare il titolo, dieci anni dopo l’ultimo trionfo. Ma il corpo di Dalian Atkinson fa di nuovo crack.

Dalian Atkinson e il miglior gol della stagione 92/93

Proprio in quella fantastica run di gol e spettacolo assicurato, arriva IL gol di Atkinson. Quello che gli farà guadagnare il titolo di “Goal of the Season” da parte di Match of the Day, il programma sportivo più seguito d’Inghilterra. La data è 3 ottobre 1992. Si gioca sul campo del Wimbledon, in una giornata uggiosa che fa a schiaffi con la voglia infinita del bomber Villains. Il rinvio dalla difesa casca prima della metà campo, dove Dalian è solito arretrare a prender palla per poi partire in velocità. Un difensore è già alle sue calcagna, ma lo stop a seguire è pregevolissimo e il primo birillo viene lasciato lì a ballonzolare.

Parte la sua corsa. Si capisce subito che è inarrestabile, va al doppio degli altri. Evita una seconda scivolata nel cerchio di centrocampo, scarta sulla destra per evitare l’intervento di un terzo avversario, che prova di nuovo a contrastarlo. Ma il calamaro è capace di resistere a qualsiasi contatto, così non perde l’equilibrio e ha sempre la palla tra i piedi. I tre difensori del Don si guardano atterriti. Ci vogliono le cannonate della Regia Marina per abbattere la minaccia. Così non si buttano e lo accompagnano verso l’area.

Ma Atkinson gioca per il pubblico. Per divertirsi, per far divertire. Così alza lo sguardo, e davanti a sé vede che c’è un corridoio centrale libero e il portiere molto fuori dai pali. Di solito il nostro bomber è per la soluzione potente. Una gran botta che rischia di fare il buco sotto la traversa. Ma a questo giro ci regala un cioccolatino, un pallonetto fiabesco che è giusto giusto a scavalcare il goalkeeper, rimbalzare sulle buche del campo e finire in porta.

Lo spegnimento della carriera

Dopo quel gol, quella fantastica prima parte di stagione, Dalian Atkinson non tornerà più ai suoi livelli. L’infortunio lo tiene fuori praticamente tutta la seconda parte di campionato. A Birmingham lo pensano tutti, se il bomber fosse rimasto in salute l’avrebbero vinta loro la prima Premier League della storia. Invece sarà Sir Alex Ferguson e il suo Manchester United a prendersi l’oro.

Una piccola rivincita se la prendono l’anno seguente. Il Villa arriva alla finale di League Cup grazie anche ad Atkinson, che riesce a segnare negli ultimi minuti l’unico gol della sua squadra nella sconfitta 3-1 contro il Tranmere. Uno speculare 3-1 per l’Aston Villa porta la semifinale ai rigori, dove trionfa la squadra di Birmingham. E a Wembley l’avversario sarà proprio il Manchester United.

Dalian viene schierato ala destra, come ai vecchi tempi di Ipswich. Dopo 26 minuti però, taglia dentro come quando lo mettevano punta. La palla arriva a Saunders che va a memoria, come faceva l’anno prima, e alza di quel poco il passaggio per saltare il difensore. E Dalian è lì, mentre la difesa ferma osserva la palombella finire docile tra i suoi piedi prima di essere depositata in rete con un tocco di punta. È l’inizio di una partita trionfale per il Villa, che trionfa 3-1.

La triste fine di Dalian Atkinson

Purtroppo la vittoria in League Cup segna la fine dell’avventura di Dalian Atkinson con la maglia dei Villains. Si sa, i nuovi allenatori fanno spesso rivoluzioni, così viene spedito in Turchia. Non si ambienta, e come al solito lui è un tipo da tutto o nulla. Solo che quando dice nulla, c’è poco da fare. La sua carriera finisce pressappoco sulle sponde del Bosforo.

Fa capolino al City, gioca solo 8 partite. Poi una manciata di presenze tra Arabia ed Estremo Oriente. Si ritira senza fanfare che lo osannano, nell’anonimato. Non si sa quel che fa dopo il calcio, che non tratta molto bene quelli che escono dalla giostra dopo aver finito la carriera con gli scarpini ai piedi. C’è chi dice che faccia il buttafuori a Sheffield, sembra che avesse cercato di fondare un’agenzia per dare aiuto e consiglio ai giovani calciatori.

Purtroppo tutto questo non varrà molto. Il 16 agosto 2016, 15 anni dopo il suo ritiro, è a casa del padre a Telford. Sembra che sia sotto effetto di sostanze, forse ha dei problemi mentali. Il babbo non sa cosa pensare. Ma qualcuno chiama le forze dell’ordine, visto che sentono litigare ed è l’una e mezzo di notte. Lo trovano fuori dall’abitazione, dicono fuori di sé. I vicini sentono delle grida, poi un colpo secco. Quando guardano fuori dalla finestra, vedono Dalian a terra, i poliziotti con il taser in mano. Viene spedito in ospedale, ma da quel marciapiede non si rialzerà più.

Il giorno del suo funerale non ci saranno molti personaggi del calcio. Solo alcuni vecchi compagni dell’Ipswich, e da lontano l’affetto di tantissimi vecchi tifosi di Birmingham. Quelli che quando hanno sognato per l’ultima volta di vincere il titolo, godevano nel vederlo sgroppare sul campo.

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