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1994/1995: il racconto del Blackburn Rovers campione contro ogni logica

7 ' di letturaScritto da Angelo Tuttobene

Se nessuno degli addetti ai lavori si accorse dell’assenza della Nazionale inglese dal mondiale americano, la Football Association invece indagò su presunte irregolarità finanziare avvenute nel mondo del pallone. A finire sotto inchiesta questa volta fu il Tottenham Hotspur, accusata di malversamento ai danni dell’erario nel periodo tra il 1985 ed il 1989. La punizione iniziale consisteva nell’esclusione dalla FA Cup, una penalizzazione di 12 punti per il campionato 1994/1995 ed un’ammenda di 600.000 sterline. Solo grazie al ricorso, con relative prove presentate dal chairman degli Spurs, Alan Sugar, la FA ridusse la pena commutandola in una sanzione pecuniaria più elevata e la cancellazione dei punti di penalizzazione. Rimanendo in ambito giudiziario, fece scalpore il licenziamento di George Graham, dopo 9 anni, dalla panchina dell’Arsenal. Anche in questo caso, furono scoperte gravi irregolarità che coinvolsero il tecnico dei Gunners, il quale avrebbe intascato 425.000 sterline dall’agente Rune Hauge, per favorire il trasferimento di Pal Lyndersen e John Jensen nella squadra londinese.

Shearer e Sutton guidarono a suon di gol la storica cavalcata del Blackburn

Ma non solo Graham. Il tabloid The Sun, che di scandali se ne intende, rivelò attraverso due cronisti di aver seguito e registrato Bruce Grobbelaar (spedito nel frattempo al Southampton da Roy Evans, allenatore del Liverpool) mentre intratteneva discorsi con l’ex socio in affari, Chris Vincent, in merito al coinvolgimento del portiere in un giro di calcio scommesse per un’organizzazione dell’Estremo Oriente nella quale figuravano i nomi di celebri giocatori come Hans Segers del Wimbledon e l’attaccante John Fashanu dell’Aston Villa. La Football Association aprì un’inchiesta parallelamente a quella di Scotland Yard. Tornando agli avvenimenti calcistici, il Manchester United iniziò subito bene, aggiudicandosi il Charity Shield battendo il Blackburn, privo di numerosi titolari, tra cui la coppia d’attacco Shearer-Sutton, quest’ultimo arrivato dal Norwich per 5 milioni di sterline. Tra le novità che caratterizzarono il terzo campionato di Premier League vi fu quella diramata dalla Football Association, che ridusse le squadre della massima competizione passando da 22 a 20 con 4 retrocessioni per la stagione in corso.

Ai nastri di partenza il Manchester United sembrava il favorito numero uno per bissare il titolo vinto nella stagione precedente quando ebbe la meglio sul sorprendente Blackburn Rovers di Kenny Dalglish. Tra le possibili sorprese spiccavano il Newcastle, guidato da  Kevin Keegan, il Leeds di Howard Wilkinson vincitore nella stagione 1991/1992 ed il “Boring boring” Arsenal di George Graham prima del suo allontanamento. E fu proprio il Newcastle ad impensierire inizialmente le squadre storicamente più blasonate, dando filo da torcere fino a novembre, quando le Magpies persero la testa della classifica, scavalcate dal Manchester United e dal Blackburn Rovers. Le due squadre del Nordovest dell’Inghilterra, da allora, giocarono un campionato a sé, staccando di gran lunga le contendenti. Per distanziare ancor di più i Rovers, lo United acquistò dal Newcastle Andy Cole per 7 milioni di sterline, tra le proteste dei supporter Geordies. Ed in effetti il dominio del Manchester continuò indisturbato, non solo in fase di mercato ma anche sul campo. Nella sfida dell’Old Trafford giocata il 22 gennaio furono proprio i Red Devils ad avere ancora una volta la meglio sul Blackburn grazie ad un gol di Cantona al minuto 81, tre giorni prima del famoso colpo di Kung-fu scagliato a Matthew Simmons, tifoso del Crystal Palace, a Selhurst Park.

Nonostante la sconfitta, gli uomini di Dalglish non mollarono la presa e approfittando di due scivoloni del Manchester United, prima a Goodison Park contro l’Everton sconfitti 1-0 il 25 febbraio, poi 2-0 ad Anfield contro i Reds, riuscirono a recuperare terreno. Ma le sorprese non finirono. Il 30 aprile il Blackburn venne sconfitto per 2-0 sul campo di un motivatissimo West Ham, in lotta per non retrocedere, mentre lo United recuperò punti battendo il Coventry. Nella penultima sfida i Diavoli Rossi erano a soli 2 punti di distacco dai biancoblù, primi in classifica. Il campionato si decise alla 42ᵃ giornata. Nell’ultimo match i Rovers, dopo la vittoria contro il Newcastle, erano impegnati nella gara decisiva contro il Liverpool, mentre lo United era costretto a vincere contro il West Ham ad Upton Park. La gara di Anfield si giocò in un clima surreale. Molti supporters dei Reds, infatti, vestivano la maglia del Blackburn proprio per scongiurare un successo dei rivali di sempre in campionato. La situazione si mise subito bene per l’undici di Dalglish, che al 20′ passò in vantaggio grazie alla rasoiata di Shearer. Il pubblico ospite non stava nella pelle, e andò ancora più in visibilio quando da Londra arrivò la notizia del vantaggio degli Hammers grazie a Michael Hughes.

Kenny Dalglish con il trofeo

Il primo tempo dunque si chiuse con il Blackburn provvisoriamente campione ma, a far tenere a tutti il fiato sospeso ci pensò lo scozzese McClair, che nella ripresa con un perentorio colpo di testa pareggiò il match dello United facendo ritornare sulla Terra i sogni di gloria dei fan dei Rovers. Catapultati tutti in avanti, i Red Devils sfiorarono più volte il raddoppio, mentre ad Anfield il Liverpool ribaltò la situazione con Barnes e Redknapp, che al 93’ consegnò la vittoria ai Reds. Un successo che però non influirà sul responso finale del campionato, poiché le notizie che arrivavano dalla capitale erano sorprendenti. Lo United, non riuscendo ad andare oltre il pareggio, rimase di un solo punto alle spalle del Blackburn, che nonostante la sconfitta riuscì a vincere un titolo che mancava da 81 anni.

Dalglish poté così festeggiare nel suo tempio il primo alloro su una panchina diversa da quella dei Reds, squadra con cui vinse numerosi trofei battendo lo strapotere dello United che puntava ad eguagliare il treble di vittorie consecutive in campionato come l’Huddersfield Town, l’Arsenal ed il Liverpool appunto. Sembrano lontani i tempi dell’austerità ad Ewood Park, quando si consigliava di non utilizzare troppo latte per il thè dei giocatori durante l’intervallo per evitare sprechi di risorse. Gran parte del merito del successo in campionato è da attribuire, non solo all’ottimo lavoro del manager Dalglish, che divenne il terzo allenatore dopo Herbert Chapman (Huddersfield Town e Arsenal) e Brian Clough (Derby County e Nottingham Forest) a conquistare il campionato con due differenti club, ma soprattutto al suo proprietario, tifoso dei Rovers e magnate dell’acciaio, Jack Walker, che decise di investire una grossa fetta del suo patrimonio per spodestare il dominio dello United in patria.

Alex Ferguson e il suo Manchester United dovette roarrendersi al Blackburn

La squadra di Alex Ferguson, dal canto suo, non mollò la presa fino all’ultima giornata, soffrendo molto l’assenza di Cantona, out per la lunga squalifica. Bisogna comunque evidenziare il gran rendimento del granitico portiere danese Peter Schmeichel, che blindò la porta rossa con ben 24 clean sheets arrendendosi in casa solo al Nottingham Forest nel match perso per 1-2. Proprio il club allenato da Frank Clark fu la rivale più insidiosa per il Blackburn ed il Manchester United durante l’annata in questione, finendo però ad 11 punti di distanza dai Red Devils, trascinato anche dai 22 gol di Stan Collymore. Gli Arcieri collezionarono una serie di 13 partite utili consecutive sul finale di stagione, che gli permisero di raggiungere la terza posizione in classifica dopo aver patito un anno di purgatorio in Division One. Questo fu reso possibile grazie anche alla sagacia tattica del manager Frank Clark, ex giocatore del Forest, il quale riuscì a dar coraggio ad un club che affrontò il mercato con i conti in rosso. Non potendo fare acquisti di grosso taglio, Clark gestì le spese in maniera oculata, investendo sul vivaio e su campioni come il fromboliere d’attacco Bryan Roy, arrivato dal Foggia.

Il Nottingham scavalcò in classifica anche il pluridecorato Liverpool. I Reds, lontani anni luce dalla squadra che dominava l’Europa, si aggiudicarono la League Cup salvando la stagione dall’anonimato. Nella squadra di Roy Evans, una nuova stella scosse la Kop. Si tratta di Robbie Fowler, autentico bomber dal mancino sopraffino che con 25 reti in campionato fu secondo solo ad Alan Shearer, mattatore con 34 realizzazioni.
Trascinato dalla forza fisica del neoacquisto Tony Yeboah, il Leeds invece ottenne l’ultimo posto utile per disputare la Coppa Uefa, seguito dal Newcastle che mancò di un punto l’obiettivo europeo. A 10 lunghezze di distanza si piazzò il Tottenham trascinato da Jürgen Klinsmann, attaccante assoldato al club di White Hart Lane. Strano il destino del tedesco. Inizialmente poco amato dalla stampa per la sua fama di simulatore, fu il campo a dare il miglior verdetto e, con 21 gol stagionali, riuscì a coprire molte lacune degli Spurs. La sua parentesi a Londra durò solo una stagione, giusto il tempo di regalare qualche emozione ai fan e andare al Bayern Monaco.

Un’altra londinese si confermò come squadra ostica, chiudendo con un storico 8ᵒ posto: il Queens Park Rangers. Subito dietro invece si posizionarono Wimbledon e Southampton. Sotto il decimo posto si collocarono altre due squadre della capitale cadute in disgrazia, rispettivamente Chelsea (54 punti) e Arsenal (51 punti). Annata da dimenticate per i Gunners, che nelle competizioni internazionali furono sconfitti in Supercoppa UEFA dal Milan e in finale di Coppa delle Coppe dal Real Saragozza, che aveva eliminato in semifinale il Chelsea di Glenn Hoddle. Gli stessi punti della squadra del North London li ottenne lo Sheffield Wednesday, mentre nella parte bassa del tabellone si piazzò l’Everton, che comunque riuscì ad aggiudicarsi la quinta FA Cup della sua storia ai danni del Manchester United campione. Prova di forza invece per Coventry e West Ham, che riuscirono a riemergere in classifica negli ultimi due mesi evitando la retrocessione. Esilio sfiorato anche dal Manchester City, che pagò la scarsa vena realizzativa dei suoi attaccanti, e dall’Aston Villa con una solo vittoria negli ultimi 11 match disputati.

In Division One infine andarono il Crystal Palace e il Norwich, insieme a Leicester e Ipswich Town. Triste epilogo per i Canaries, che, nella stagione precedente in Coppa Uefa batterono il Bayern Monaco nei sedicesimi di finale e solcarono il manto erboso di San Siro nell’ottavo di finale contro l’Inter, squadra che alla fine del torneo si aggiudicò il trofeo. Il Norwich cadde paurosamente nelle sabbie mobili della serie cadetta, colpito da un piano di rafforzamento organico mai messo in atto dall’allora presidente Robert Chase, non a torto accusato di avarizia. Chase nell’arco di due stagioni lasciò partire i suoi pezzi migliori: da Sutton a Fox, ma senza elevare il tasso tecnico della squadra. Se poi aggiungiamo l’addio del manager Mike Walker, in sella da giugno 1992, il gioco al massacro era fatto. Così, dopo due splendide annate trascorse ad alti livelli, il tracollo finale testimoniato da una sola vittoria nelle ultime 20 gare sancirono l’addio alla Premier. Salutò anche la massima divisione inglese anche il Leicester, che non si allontanò mai dalla zona retrocessione come l’Ipswich Town, che può vantare il poco lusinghiero record di sconfitta più pesante dell’anno con il 9-0 subito all’Old Trafford contro lo United.

Per maggiori approfondimenti: Angelo Tuttobene – Tutto Premier League http://www.urbone.eu/obchod/tutto-premier-league?fbclid=IwAR0nrrQH4qtOGoU7zkJDxNzNSLHg0LDQGFgyoT5WX3bhbr4Kp1C7rViqohY

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