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Blue Moon: Manchester is blue

9 ' di letturaBlue moon

You saw me standing alone

Without a dream in my heart

Without a love on my own

I versi riportati qui sopra appartengono alla prima strofa della canzone che, ormai da decenni, i tifosi del Manchester City hanno fatto propria come inno della loro squadra del cuore. CiĆ² che conta perĆ² ĆØ il significato dellā€™espressione ā€œblue moonā€. La luna blu rappresenta, nellā€™iconografia anglosassone e soprattutto britannica, la malinconia. Il fatto strano e allo stesso tempo affascinante ĆØ che, la squadra blu di Manchester si ĆØ sempre immedesimata, per lo meno fino al giorno in cui lo sceicco Khaldoon Al Mubarak ha acquistato il club nel settembre del 2008, in questo clima di costante malinconia. Fino ad allora essere tifoso del Manchester City non puĆ² essere descritto come una continua soddisfazione. Una reale testimonianza di come ci si potesse sentire fino a qualche anno fa a tifare il Manchester City ce lā€™ha portata un regista inglese di nome John Hay, con il suo Jimmy Grimble, avvincente pellicola del 2001 che racconta la storia di un adolescente, tifoso dei Citizens, che sogna, tra le insidie di un ambiente pieno di ā€œdiavoliā€ tifosi dello United, di giocare un giorno per la sua squadra del cuore. Nella Manchester del calcio il City ĆØ storicamente sinonimo di sofferenza, di lotta per la sopravvivenza, intesa in senso calcistico naturalmente, una storia che parla di retrocessioni, di risalite dalle serie minori, di complessi di inferioritĆ  verso i piĆ¹ grandi e blasonati cugini del Manchester United. Il City della vecchia scuola, quando era solo una piccola squadra che viveva allā€™ombra del grande cugino, riuscƬ anche a portare a casa due titoli di campione dā€™Inghilterra: il primo titolo era arrivato addirittura nel 1937, ma fu nel 1968, quando staccarono di due punti il Manchester United di Sir Matt Busby e dei suoi ā€œBusby Babesā€, con un George Best da 28 reti, che i Citizens mostrarono a tutto il calcio inglese che comunque erano e sarebbero nuovamente stati dei grandi rivali per il Manchester United. A proposito, proprio quellā€™anno, poche settimane dopo aver perso il campionato, i Red Devils avrebbero trionfato in Coppa del Campioni nella storica finale di Wembley con il Benfica di Eusebio, vinta per 4-1.

Se dopo quellā€™incredibile stagione si assistette allā€™inizio di un periodo insolitamente positivo per il City, avvalorato da due Coppe di lega, una Coppa delle Coppe e un Charity Shield, i momenti bui non tardarono, e fu cosƬ che dai primi anni Ottanta, fino al definitivo ritorno in Premier League nel 2002, i Citizens si immersero a lungo nella triste luce bluastra della ā€œblue moonā€.

Blue Moon

ƈ qui che il City comincia a crescere, piano piano, con buoni piazzamenti, ma la vecchia malinconia rimane sempre presente, anche se meno visibile. Qualche soddisfazione a dire il vero cā€™ĆØ stata, viene in mente quel ā€œManchester Derbyā€ del 2004 in cui i Citizens liquidarono lo United per 4-1, ma in generale, la squadra stava lƬ, galleggiava a metĆ  classifica. Cā€™ĆØ perĆ² un dettaglio non da poco: i tifosi. I tifosi del Manchester City sono sempre stati morbosamente attaccati alla maglia del City, a quel blu chiaro come il cielo sereno della mattina, e si sono fatti cullare, nel galleggiamento, appunto, dalle note scritte, suonate e cantate dai due fratelli di Burnage, quartiere di Manchester, i due capelloni tifosi sfegatati del Manchester City, le note degli Oasis. Dalla carica di una Wonderwall intonata a squarciagola nel pub fuori dallo stadio prima della partita alla sempre toccante interpretazione di Donā€™t look back in Anger sugli spalti, i tifosi del City, gli Oasis e la loro squadra sono una cosa sola. Proprio per questo, allo stadio, anche quando i Citizens non vincevano, il trasporto trasmesso da quella fede calcistica, legata insieme con il Rockā€™nā€™Roll, ha sempre fatto divertire tutti allo stadio.Ā Senza ombra di dubbio, la dimostrazione piĆ¹ grande dellā€™amore che persiste tra il Manchester City e i suoi tifosi ĆØ arrivata nel pomeriggio del 13 maggio 2012.

Wonderwall cantata dai tifosi del City

Roberto Mancini era approdato sulla panchina del Manchester City nel dicembre del 2009, dopo il licenziamento di Mark Hughes. Mancini veniva dalla a dir poco intensa esperienza allā€™Inter, unā€™esperienza che lo aveva visto riportare lo scudetto sul campo nella Milano nerazzurra dopo 18 lunghissimi anni. In poche parole, Mancini era entrato a far parte della storia dellā€™Inter e cā€™era entrato nel suo stile: dalla porta principale e non guardando in faccia a nessuno. Aveva saputo governare un gruppo di grandissimi giocatori e di campioni e a raggiungere un risultato che ha significato una liberazione per tutti i tifosi dellā€™Inter e per il presidente Moratti.Ā Ecco, riportare a vincere una squadra dopo tanti anni. Il Mancio era lā€™uomo giusto per farlo, anche perchĆ© sapeva che non importa quante risorse il club mette a disposizione, non importa se hai i calciatori migliori, ma allo stesso tempo ha sempre ammesso che un allenatore senza buoni calciatori puĆ² fare ben poco, vincere ĆØ sempre difficile. Mancini si era seduto sulla panchina dellā€™Inter nel 2004 e fin da subito aveva potuto contare su una rosa di stelle, una delle migliori al mondo, ma solo due anni e mezzo dopo era riuscito a vincere lo scudetto. Al City accade la stessa cosa.

Arrivato allā€™Etihad, Roberto Mancini ha subito a disposizione una squadra molto competitiva, forte degli investimenti dello sceicco, che a peso dā€™oro si era portato a casa giocatori come Robinho, Kompany, Bojinov, Elano, Bellamy. Nonostante questo e nonostante alcune prestazioni molto convincenti, la stagione si rivela una delusione. I Citizens non vanno oltre il decimo posto in classifica. Le due stagioni successive sono decisive per lā€™inversione di tendenza della squadra: Mancini avanza delle richieste importanti sul mercato e lo sceicco tenta in tutti i modi di accontentarlo. Nelle sessioni di mercato tra lā€™estate del 2009 e quella del 2011 il City si completa: arrivano Tevez, Barry, Milner, Dzeko, Silva, i fratelli Kolo e Yaya TourĆ©, Supermario Balotelli, Vieira, Nasri, Kolarov, AgĆ¼ero e altri. Lā€™emiro non bada a spese perchĆ© vuole fare tutto per vincere. I ragazzi di Mancini si portano a casa il primo trofeo nel maggio del 2011 a Wembley, ĆØ lā€™F.A. Cup vinta in finale con il sorprendente Stoke City di Tony Pulis (1-0 rete di Yaya TourĆ©), ma ĆØ nella stagione successiva che i Citizens si dimostrano incredibilmente forti. La partenza in realtĆ  non ĆØ molto convincente, brucia la sconfitta nel Community Shield per 3-2 contro i Red Devils, soprattutto perchĆ© alla fine del primo tempo il parziale ĆØ di 2 reti a 0 per il City, e brucia anche lā€™eliminazione nella fase a gironi di Champions League (passano il Bayern Monaco e un grandissimo Napoli, quello dei ā€œtre tenoriā€ Cavani-Lavezzi-Hamsik). Nonostante questo, si capisce fin dalle prime partite che il campo di battaglia del City questā€™anno ĆØ la Premier: i Citizens si ā€œmangianoā€ la prima parte della stagione confezionando 12 vittorie nelle prime 14 partite (le due non vittorie sono i pareggi a Craven Cottage contro il Fulham e ad Anfield contro il Liverpool). Le vittorie sono nette, con tanti gol, ma quella piĆ¹ importante per quanto inimmaginabile ĆØ la vittoria nel derby a casa dei cugini dello United. Nessun tifoso del Manchester City potrĆ  mai dimenticare un solo minuto, una sola azione di quella partita, quel terrificante 6-1 inflitto ai cugini campioni dā€™Inghilterra, quella del Balotelli che domanda ā€œwhy always meā€? Il derby del 23 ottobre rimarrĆ  la vittoria piĆ¹ simbolica e prestigiosa del cammino dei ragazzi del Mancio, soprattutto perchĆ© sarĆ  un testa a testa tra le due stupende squadre di Manchester fino alla fine, fino allā€™ultimo incredibile minuto di un meraviglioso campionato, ma le emozioni sono tuttā€™altro che finite. Si va avanti e il Man City continua con il suo ritmo da schiacciasassi, perde poche partite (saranno solo 5 alla fine) e ne pareggia altrettanto poche, per il resto tanti punti e tantissimi gol, e questo sarĆ  un dettaglio decisivo alla fine. La complicazione maggiore il City la deve affrontare dopo la sconfitta allā€™Emirates contro un Arsenal che ha fatto la partita perfetta, e non solo per il bellissimo gol di Arteta. Questa sconfitta arriva in un ottimo momento del Manchester United e, soprattutto, a poco piĆ¹ di venti giorni dal derby di ritorno. Prima dello scontro diretto allā€™Etihad, i Citizens si prendono 9 punti in tre partite, si rialzano. Il derby arriva nel momento migliore per entrambe. La partita ĆØ tirata, intensissima, entrambe le squadre giocano bene ma si studiano anche. Alla fine, basterĆ  lā€™incornata di Kompany allo scadere del primo tempo per portarsi a casa tre punti dā€™oro e agganciare i Red Devils.

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Come si puĆ² sentire una persona se tifa Manchester City, ha una squadra stellare, ha disputato una stagione indimenticabile vincendo due derby ma, allā€™alba dellā€™ultima giornata di campionato si trova a pari punti con lo United e deve vincere in ogni modo per portarsi a casa il titolo? Per come abbiamo descritto i tifosi del City dovremmo dire che questa persona in questo caso si sentirebbe al settimo cielo e sarebbe al pub con gli amici a cantare Wonderwall. Ma la realtĆ  ĆØ che ormai anche i tifosi del City sanno che la loro ĆØ una delle piĆ¹ grandi squadre al mondo e che quello che conta ĆØ solo vincere i titoli.

Si va in campo, Manchester City ā€“ Queens Park Rangers, ĆØ il 13 maggio 2012. Il QPR si presenta allā€™Etihad carico, si deve salvare. I Citizens sono nervosi ma allo stesso tempo vogliosi di portarsi a casa il campionato. Al minuto 39 si sblocca la partita: bella azione dalla destra, Pablo Zabaleta punta lā€™area, entra dentro triangolando con Yaya e mette dentro la sua prima rete di quel campionato. Lā€™Etihad non puĆ² che essere al settimo cielo. Fine primo tempo, dopo lā€™intervallo le squadre rientrano in campo e qualcosa sembra cambiato, lo United sta vincendo, ma inspiegabilmente i giocatori del City sono come ā€œimbambolatiā€, infatti la ripresa riparte col botto: palla lunga del QPR, Lescott interviene di testa nel modo piĆ¹ goffo che potesse trovare e aggiusta la palla a Djibril CissĆ©, che nel frattempo si era infilato nello spazio. Gol. 1-1. Mancini ĆØ indiavolato, manda a quel paese tutti i suoi giocatori uno dietro lā€™altro, Lescott quasi piange. Il City riprende ad attaccare, ĆØ un assedio, ma tra respinte, deviazioni e parate di Kenny, non ne va bene una. Pochi minuti dopo il pareggio dei Rangers arriva lā€™espulsione per lā€™ex City Joey Barton per aver colpito Tevez a palla lontana. Parte una rissa. Chi puĆ² dimenticare la cronaca del grande Massimo Marianella: ā€œĆØ un criminale, Barton ĆØ un criminale e infatti ĆØ stato in galera due volte [ā€¦]ā€. Il pensiero di tutti ĆØ quello che il City con lā€™uomo in piĆ¹ regolerĆ  velocemente la questione, ma succede tuttā€™altro. Minuto 66, contropiede del QPR: un completamente smarcato Mackie raccoglie di testa un cross dalla sinistra e insacca, 2-1 per il QPR, sono loro che hanno la partita in mano, ĆØ ā€œluna bluā€ per i Citizens e per un incredulo Roberto Mancini. Quella che segue sarĆ  la mezzā€™ora piĆ¹ intensa della vita dei tifosi del Manchester City. ƈ un assedio: parate di Kenny, pali, traverse, calci dā€™angolo, ma nulla, perfino lā€™ingresso in campo di un Balotelli in grande giornata non cambia le cose, almeno fino al novantaduesimo. Calcio dā€™angolo, David Silva calcia in mezzo, colpo di testa di Dzeko. Gol, ĆØ gol, cā€™ĆØ ancora speranza, ma ne serve un altro perchĆ© lo United ha vinto allo Stadium of Light contro il Sunderland. Palla al centro, subito recuperata e si va allā€™arrembaggio. De Jong serve AgĆ¼ero centralmente a venticinque metri dalla porta, il Kun vede Supermario al limite dellā€™area, siamo al minuto 94, gliela dĆ , Balotelli protegge palla e cadendo in terra riesce a chiudere il triangolo col Kun che riceve, salta lā€™uomo con un tocco e calcia dritto per dritto. Kenny ĆØ battuto, 3-2 per il City.

Ampi highlights di Manchester City-QPR

ƈ finita, dopo 44 anni il Manchester City ĆØ campione dā€™Inghilterra e lo ĆØ diventato nel modo piĆ¹ bello e incredibile, allā€™ultimissimo respiro di una giornata indimenticabile, dopo una stagione indimenticabile. Mancini era lā€™uomo giusto, ha dimostrato di esserlo e lo ha fatto sempre con il suo stile. Da quel 13 maggio 2012 ā€œblue moonā€ non significa piĆ¹ nulla di malinconico, da quel giorno significa che il Manchester City ĆØ diventato finalmente grande, che il divertimento ĆØ appena iniziato.

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